Un'intensità
erotica che esige in cambio qualcosa di altrettanto reale e umano. Benché il
rapporto sia solo con un'immagine, esso coinvolge tuttavia tutto quanto l'arte
dovrebbe tenere sotto controllo. – Edward A. Snow, A Study of Vermeer,
1979
Per un attimo, la vedo, prima che il suo
volto diventasse un cliché,
dove era appesa, sulla parete accanto alla
porta d’ingresso,
ai piedi della scala, nella piccola casa
costante, silenziosa, accanto alla porta
stile
olandese, di cui d’estate spalancavamo la
parte alta.
Hanno sporcato La ragazza con l’orecchino di perla,
sottoposta al loro sguardo impudico,
romanzata,
erotizzata, ridotta a pettegolezzi e
insinuazioni,
raccontata come serva, spina nel fianco
di una moglie, oggetto di desiderio, figlia
della miseria, muta
per timore e diffidenza sociale, quasi
potesse conoscere
l’opinione dei posteri sul pittore– tutto ciò
da un bagliore misterioso e un’espressione
indecifrabile,
l’illusione di essere visti dal suo sguardo,
un luccichio
di perla, pennellate di lapislazzuli,
frantumati a intensificare
l’azzurro.
Sovraesposta, anche al cinema,
dove l’hanno seguita fino alla buia stamberga
della sua famiglia, fino alle pietre bagnate
del mercato dove
incontrò il figlio del macellaio, sposato poi
per la carne–dio mio, non potevano lasciarla
in pace, nella regione occulta dell’arte dove
lei è,
così splendidamente, nessuno–né serva, né
amante,
né la figlia Maria, ma anonima,
segreta, che nessuno può nominare, puro
mistero
dell’essere, restituita nel tempo
dall’arte, che non tiene nulla sotto controllo.
VERMEER'S
GIRL, A RESTORATION
An erotic intensity that demands something just as real and human in
return. The relationship may be only with an image, yet it involves all that
art is supposed to keep at bay. -Edward A. Snow, A Study of Vermeer, 1979
For an
instant, I see her, before her face was cliché,
where she
hung, on the wall by the front door,
at the
foot of the staircase, in the little house
of our
childhood, and floated above us, a presence,
always
there, silent, by the Dutch-style
door, whose
top we swung open in summer.
They have
sullied The GirI with the Pearl Earring,
subjected
her to their prurient gaze–novelized,
eroticized,
reduced her to gossip and innuendo,
backstoried
her as servant, thorn in the side
of a
wife, object of desire, poverty's child, mute
with
class diffidence and awe, as if she could be
aware of
posterity's view of the painter–all this
from a
mysterious glow and unreadable expression,
the
illusion of being seen by her gaze, a shimmer
of pearl,
brush strokes of lapis lazuli, crushed
to
intensify blue.
Overexposed, even in film,
where
they followed her to her family's dark
hovel, to
the wet stones of the market where
she met
the butcher’ s son she would marry
for
meat–my god, couldn' t they leave her
alone, in
the nether region of art where she is,
so
beautifully, no one– not servant, or mistress,
or his
daughter Maria, but anonymous,
secret,
what no one can name, pure mystery
of being,
restored across time
by art,
which keeps nothing at bay.
da Eleanor
Wilner, Tourist in Hell, 2010
Il testo è riprodotto per
gentile concessione dell’Autrice
Che bella!
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