Fabio Orecchini
Dismissione
Prefazione di Gabriele Frasca
+ Cd-Audio della band Pane
(Claudio Orlandi, voce; Maurizio Polsinelli, pianoforte; Vito Andrea
Arcomano, chitarra; Claudio Madaudo, flautista; Ivan Macera,
batterista)
Luca Sossella Editore 2014
Elvira
Sessa
Con il suo linguaggio contaminato da poesia,
musica e immagini, Dismissione è un'opera che frulla, inquieta, destabilizza. Dedicate
alle vittime dell'amianto e alle loro famiglie, le
parole poetiche sono racchiuse in quattro paragrafi che rimandano, già
nel titolo, alla potenza evocativa e visiva di un progetto
fotografico: Lamine Rovine; Corpi Dissepolti; Stadio finale -
Elementi di reazione; Breviario di Ecologia Solidale. Parole che affermano e
negano, si combattono, sono canto armonioso e
grida scomposte, come i protagonisti dell'opera, gli operai traditi
dal miraggio di "Madama Eternit", l'"eterno-eternit"
che, lentamente e inevitabilmente, screma i loro corpi.
La
struttura sintattica e semantica del testo (già edito nel 2010
per Polimata editore) la si coglie fin dal
primo paragrafo del libro, intitolato "Lamine Rovine", che
si apre con queste parole:
Ho
studiato il flusso dei venti.
Aghi
ovunque
Sono
solo due periodi, al centro di una pagina bianca. Due periodi
stridenti l'uno con l'altro, graficamente e semanticamente: il primo
è fermato da un punto (Ho
studiato il flusso dei venti.),
il secondo periodo è privo di segni di interpunzione, quasi a voler
rappresentare graficamente l'impossibilità di arginare l'abbondanza
di aghi.
Sono
due periodi contrastanti anche nel loro significato: "il flusso
dei venti" suggerisce sensazioni piacevoli, di morbidezza,
armonia, movimento, dà sicurezza perchè può essere studiato,
compreso, sperimentato, circoscritto. Il "flusso dei venti"
fa pensare alla vita e a chi l'ha generata, al padre e alla madre,
agli affetti familiari. Gli "aghi" suggeriscono invece una
sensazione di morte: bucano, feriscono. Questi aghi sono ovunque,
quasi a segnare un destino ineluttabile che annienta tutta la
piacevolezza del flusso dei venti.
Così,
nella successiva composizione, intitolata "Polvere", si
legge:
Madama
Eternit sorseggia un caffè in cucina
mio
padre che fuma e indurisce ancora
come
grezza materia estrattiva
mia
madre la scava coi denti
lo
respira.
Anche
qui c'è uno spiazzante contrasto: nel calore di un ambiente
familiare, nella quotidianità, si insinua la "femme fatale"
che annienta le persone più care con la stessa noncuranza e
leggerezza con cui sorseggia un caffè.
Il
contrasto delle immagini evocate dai versi, vive nel corpo degli
operai, divenuti "corpo tecnologico" perchè hanno
interiorizzato la materia (amianto) con la quale hanno lavorato,
entrata a far parte delle loro ossa, dei loro muscoli e della loro
mente ("Quali ricordi. Gesti residui. Anch'essi
inevitabilmente/contaminati", si legge in "RSU") così
che sono ridotti a "ossa screpolate/ mani bocche piedi occhi,
lame."(come si legge in "Sovraesposizioni") e a
"scarto di combustioni fossili/ uomo ogiemme" (così in
"Diossina").
Emerge
nell'opera il percorso di ricerca di Fabio Orecchini sui temi del
biopotere e dell'embodiment
ossia
la somatizzazione della cultura: il corpo entità biologica e insieme fenomeno storico, culturale. Così, la dismissione
dell'amianto costituisce anche "una pallida, pratica, necessaria
e insufficiente compensazione alla dismissione del fattore umano nel
progetto sociale", come osserva Stefano
Solventi nella sua introduzione all'album discografico, all'interno
dell'opera.
"Orecchini,
da questo punto di vista, fa una scelta di estrema consapevolezza: le
cose della sua generazione vivono del lascito tossico della presunta
eternità della merce della generazione che l’ha preceduta",
spiega Gabriele Frasca nella prefazione.
La
denuncia del dramma dell'asbestosi, comunque, non schiaccia e
paralizza il lettore perché, se da un lato Orecchini scrive che "non
c'è nulla che possa fermare/ la (ri)produzione
dell'ovvio/l'abitudine al male" (così si legge in "Rovine",
poesia riferita allo stabilimento Fincantieri), dall'altro evidenzia,
forte, il desiderio di riparare i danni, fare, costruire, prevenire.
Ciò emerge dalla frase "Voltare pagina." ripetuta, di
seguito, per tre volte, in tre pagine bianche e, comunque, dalla
scelta di non tacere ma raccontare, attraverso più linguaggi,
compreso quello sonoro e visionario dei Pane, e di dare informazioni,
dedicando una intera pagina del sito del progetto "Dismissione",
ai cenni storici, alla legislazione e ai link informativi
sull'amianto, tra cui si segnala quello sulle "mozioni Amianto"
presentate alla Camera dei deputati il 9 giugno 2014.
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