sabato 27 dicembre 2014

Le note di Leo/ Pyotr Ilyich Chaikovsky tra le dita di Lang Lang

Il pianismo di Lang Lang gioca sull'enfasi e sulla sottolineatura degli accenti. Lang Lang non segue, a mio parere, la strada (molto europea) di un'interpretazione in senso interiore, introspettivo; non cerca di utilizzare il proprio sentire per ridonarcelo attraverso un'emozione personale(questa è la strada seguita da tutti i pianisti europei, strada possibile, interessante ma non l'unica). Lang Lang si interessa unicamente al suono cercando di diventare uno strumento a servizio dello stesso. Fa, in un certo senso, un'operazione opposta, molto 'orientale' diventando un sollecitatore per la partitura che affronta, quasi fosse un mezzo per farla risuonare al meglio possibile. 
Molti lo accusano di indulgere in manifestazioni  fisiche di eccessivo trasporto, che si esprimono con un'agitazione che a noi europei, abituati a un pianismo in cui il solisti sono composti e apparentemente più 'sofferenti', appaiono eccessivi, quando non irritanti ma, credo, che queste facciano parte del suo approccio musicale, derivato dal suo mondo culturale.

E poi quell'enfasi di cui dicevamo è difficile, è fatta si accenti, di spezzature, di sospensioni, di anticipi, di imprevedibilità. Non è mera e ruffiana retorica, piuttosto, un modo diverso di entrare in velocità sul battere, un anticipo costante e impercettibile, quasi un motore sempre acceso, che permette di prendere una partitura e lanciarla oltre i limiti del pentagramma.

Non sono qui a tessere le lodi di questo singolare funambolo della tastiera. A lungo ho avuto perplessità, ogni tanto trovo che faccia l'errore(chi non lo fa, del resto!) di farsi prendere dal piacere di strafare, ma nel suo tempo interno c'è qualcosa che pochi hanno. Un ritmo/tempo, perfettamente osservante, che non esce mai da ciò ch'è scritto ma che si svela in una cadenza ogni volta sorprendente e che gli permette di analizzare la partitura in un modo spesso rivelatore.
Questa 'lettura'/ esecuzione del 1° concerto di Caikovaky mi ha assolutamente estasiato. La passionalità del tormentato musicista russo si trasforma in una corsa esaltante verso un altra possibilità di leggere Chaikovsky. Forse quella vera?


Pyotr Ilyich Chaikovsky : Piano Concerto No. 1 in B-flat minor, O.23
  
Verbier Festival Orchestra
Direttore.Yuri Temirkanov
Al piano Lang Lang




Nessun commento:

Posta un commento