martedì 12 novembre 2024

MVL Teatro: La sottrazione come gesto di resistenza. Note a "La vegetariana"

Maria Teresa Carbone

Questo articolo riprende in modo più sintetico un testo pubblicato l'8 novembre sulla newsletter Risvolti della piattaforma Substack.


L'attesa è stata lunga decenni, ma finalmente in questo 2024 la Corea del Sud ha realizzato il suo sogno: vincere il Nobel per la letteratura, assegnato dall'Accademia di Stoccolma a Han Kang, autrice di romanzi come
La vegetariana e Atti umani, tradotti qui in Italia per Adelphi. Per quanto conosciuta e tradotta all’estero, però, agli occhi del suo paese Han Kang non era una nobellizzanda, tanto è vero che il giorno dell’annuncio nessun giornalista si era appostato davanti alla sua porta per captare le sue reazioni in caso di vittoria. Lo ha raccontato il critico Alex Taek-Gwang Lee in un articolo uscito su e-flux, che ho in parte ripreso nella rubrica Express della settimana scorsa sul quotidiano il manifesto. Anche Lee, comunque, come già nel 2006 il coreanista Maurizio Riotto, scrive che il Nobel era diventato per la Corea del Sud “una missione nazionale per ottenere un riconoscimento culturale globale”. O un’ossessione, forse.

Ci ho ripensato qualche giorno fa, dopo avere visto al Teatro Vascello la versione teatrale de La vegetariana di Han Kang diretta da Daria Deflorian e interpretata da lei insieme a Gabriele Portoghese, Paolo Musio e Monica Piseddu. Lo spettacolo faceva parte del cartellone del Romaeuropa Festival, è passato all’Odéon, a Parigi, per il Festival d’automne, poi andrà a Milano e a Torino, e di sicuro altrove. Lunghi, fragorosi, più che meritati, gli applausi l’altra sera.


Confronti con il libro non ne faccio perché il passaggio dalla pagina a una dimensione fisica comporta la nascita di un oggetto comunque diverso, e perché finora il romanzo di Han Kang l’ho solo sfogliato. Amici che lo hanno letto mi dicono che la regista (e autrice dell’adattamento con Francesca Marciano) ha colto molto bene l’essenza del romanzo, il senso di minaccia e di violenza che lo attraversa e a cui ci si può opporre, sembrerebbe, solo con una scelta di radicale sottrazione. Conoscendo un po' il lavoro di Deflorian e la serietà (una parola che, a scriverla, mi suona desueta) con cui costruisce i suoi spettacoli, non ne sono sorpresa. De La vegetariana ho trovato stupendo il modo in cui gli attori, tutti eccezionalmente bravi, si muovono in uno spazio scenico spoglio eppure denso, attraversato da luci oblique, simili ai fantasmi che affollano la mente della “vegetariana” e che la spingono verso un rifiuto della carne intesa come umanità: sempre più sicura, dunque, la traiettoria di lei, a contrasto con le esitazioni, gli andirivieni, i sussulti degli altri che la osservano senza capire, solo - nel caso della sorella, interpretata da Deflorian stessa - accettandola e amandola. Ed è moltissimo.

Leggerò il libro, e anche Atti umani, sul massacro di Gwangju, la città dove Han Kang è nata nel 1970 e dove dieci anni dopo l’esercito sudcoreano ha ammazzato centinaia o migliaia di persone che protestavano contro la dittatura allora al potere (per capire La vegetariana, leggere Atti umani è indispensabile, ha detto Deflorian in alcune interviste). Ma intanto mi colpisce quanto è lontano l’accanimento dell’ufficialità coreana nel perseguire il Nobel dalla scelta di Han Kang di avere come perno del suo romanzo un personaggio che è stato paragonato al Bartleby di Melville nel suo “preferirei di no”. E mi colpisce anche di più il “preferirei di no” della società sudcoreana, dove non nascono bambini (è il paese con il tasso più basso di natalità nel mondo, pare che nel 2024 si sia scesi allo 0,68 per donna, contro lo 0,78 di due anni fa, nonostante abbiano creato un ministero apposta) e dove in tanti scelgono di uccidersi (tra i membri dell’Ocse ha il più alto tasso di suicidi, prima causa di morte nella fascia 10-39 e in alto anche fra i vecchi che non vogliono pesare sui figli).

Vorrei sapere di più, non questi brandelli raccattati qua e là o certi fotogrammi sparsi, la pioggia di Parasite e le campagne incerte di Burning, e nemmeno il tentativo astratto di immaginare cosa significa essere nati in un paese che da tre o quattro generazioni è in guerra permanente e congelata con l’altra sua metà. Apro il libro di Maria Anna Mariani, Dalla Corea del Sud (ExOrma 2017), guida “parzialissima, irrequieta e meteoropatica” di un “paese misterioso che sulla mappa è a forma di tigre e come una tigre balza in avanti col suo PIL che si espande feroce”, e a pagina 17 trovo quella che forse è la scheggia di una lezione nel college non lontano dalla linea di confine con la Corea del Nord, dove Maria Anna ha insegnato italiano per quattro o cinque anni: “Non posso farvi vedere le mie ossa, non posso davvero. Le mie ossa sono bianche e lisce e dure, stanno sotto la pelle. Pibu è pelle, e mi tocco la faccia, mi pizzico le guance e poi gli avambracci. Sotto come si dice? Haré, mi pare si dica haré. E allora pibu haré e trovate le ossa. Capito? Capito cosa sono le ossa? Al singolare è osso, però, attenti, cambia sesso questa parola, è strana, vero? E intorno alle ossa c'è il sangue rosso e poi i muscoli feroci e i nervi che sono sempre un guizzo, sempre”.

domenica 13 ottobre 2024

Buone nuove dal Laboratorio di traduzione di poesia Monteverdelegge

Fiorenza Mormile 

Alla ripresa delle attività sulla poetessa statunitense Sandra Beasley, ci è giunta, graditissima, la notizia che l’ultima nostra traduzione edita, Arte della fuga di Mina Gorji, ha vinto il 1° Premio Sezione Poesia del XXV Premio di Scrittura Femminile "Il Paese delle Donne", storico periodico della Casa delle Donne a Roma. 
Di questa raffinata poetessa anglo- iraniana, rifugiatasi bambina con la famiglia in Inghilterra all’avvento degli ayatollah e oggi docente di letteratura a Oxford, avevamo già scritto in un post con il link a un’ampia selezione di testi uscita nel febbraio 2023 su “Officina Poesia Nuovi Argomenti”. 

Alleghiamo qui sotto due attente recensioni: quella di Paolo Febbraro, Fare della fuga una vera arte, uscita a settembre sul n° 248 del Domenicale  del Sole 24 ore e quella di Serena Vitale, Vite in fuga, appena uscita sul n°167 di  Leggendaria. Contiamo di fare prossimamente una presentazione da Plautilla di cui avrete tempestiva informazione.


Paolo Febbraro, Fare della fuga una vera arte, n° 248 del Domenicale  del Sole 24 ore 

Serena Vitale, Vite in fuga, Leggendaria, n° 167

domenica 6 ottobre 2024

MVL Teatro: La Fabbrica dell'attore 50 anni di (R)esistenza al Teatro Vascello

 Fino a domenica pomeriggio - 6 ottobre sarà possibile assistere, al Teatro Vascello, a La Fabbrica dell'attore 50 anni di (R)esistenza.  Non proprio uno spettacolo, anche se ne ha tutte le caratteristiche - progetto, drammaturgia, e regia di Manuela Kustermann ma piuttosto un testimonianza. Necessaria, per un Teatro che non è solo tale, ma che è una memoria storica dell'esperienza teatrale di ricerca a Roma, in Italia e non solo, dagli anni '60 ad oggi. Sul tappeto e fondale sono proiettate centinaia di fotografie che raccontano le vite di tanti artisti che, con Manuela Kustermann e Giancarlo Nanni e hanno costruito l'avanguardia del secolo scorso, fondando prima il Teatro La Fede in via Portuense, e poi il Teatro Vascello, nato nel 1989 dalla ristrutturazione del vecchio cinema omonimo del 1946. 

La Fabbrica dell'attore 50 anni di (R)esistenza, Foto Tommaso Le Pera

Nei filmati d'epoca, fotografie e racconti narrati in scena dalla stessa Kustermann, Massimo Fedele, Gaia Benassi, Paolo Lorimer e dalla voce di Alkis Zanis, il pubblico può riconoscere, con qualche anno di meno, gli stessi attori che vede in carne ed ossa sul palco, ma anche tanti artisti della Scuola Romana, danzatori, personaggi dello spettacolo che hanno lavorato accanto alla coppia Nanni-Kustermann, e anche vedere le immagini del Vascello quando non era ancora un teatro, ma un enorme spazio vuoto, in attesa di diventare quella cavea che si affaccia sul palco. È un racconto da non perdere per chi ha vissuto questa storia come protagonista e come spettatore, ma anche e soprattutto per chi ne ha solo sentito parlare e per chi abbia voglia di fermarsi per due ore ad ascoltare e vedere cosa c'è dietro quella scritta Vascello che (R)esiste tutte le sere in Via Carini a Monteverde.  

sabato 29 giugno 2024

Quando a settembre si riaccenderà l’insegna del teatro Vascello


Alla fine di agosto avremo davanti a noi i bagliori di un autunno animato da un susseguirsi di appuntamenti imperdibili di teatro, musica e letteratura. Il Vascello ha infatti in programma una stagione vertiginosa, splendida, che manterrà vivo, nelle sue serate animate dall’amore per la cultura e per il teatro, il nostro quartiere di Monteverde, sempre più spesso buio e addormentato già alle nove di sera. 

In una breve ma intensa presentazione che si può ascoltare a questo link, Manuela Kustermann espone una panoramica sulla futura stagione, ricordando,  per prima cosa, che quest’anno si festeggerà mezzo secolo dalla fondazione della storica Compagnia La Fabbrica dell’attore, con uno spettacolo intitolato non a caso La fabbrica dell’attore 50 anni di (R)esistenza, che testimonia la memoria dei rapporti della Compagnia - e del Teatro Vascello a cui ha dato vita - con tanto teatro di ricerca romano e internazionale. 

L’elenco di artiste e artisti che si susseguiranno sul palcoscenico del Vascello da settembre 2024 a maggio del 2025 è una vera carrellata sul teatro più interessante in giro in questo periodo in Italia ed Europa, con un programma che da un lato dimostra una sempre viva attenzione ai nuovi linguaggi che reinterpretano i testi classici, ma che porta anche in scena nuove drammaturgie, con lavori di storici interpreti, ma anche di giovani registi e attori. Non ci sarà solo prosa, ma anche festival, musica, concerti, il bistrot e tanti laboratori. 

Monteverdelegge ha creato una chat di gruppo su whatsapp, MVL teatro in cui ci si tiene sempre informati sui nuovi spettacoli che si alternano nella stagione, e quando ci si riesce, si scambiano i pareri sugli spettacoli visti nella rubrica  IL DOPO TEATRO  che si può leggere in questo blog. 

Qui si può consultare il ricco cartellone del Teatro Vascello stagione 24-25 e si ricorda che per gli iscritti all'associazione Monteverdelegge che esisibiranno la tessera (o il numero di tessera se acquistata online)) ci saranno sempre prezzi scontati in convenzione.

giovedì 20 giugno 2024

INCONTRI DA PLAUTILLA: Massimo Bacigalupo sabato 22 giugno alle 11:00

Sabato 22 giugno alle ore 11:00 da Plautilla (Via Colautti 28), Massimo Bacigalupo, celebre anglista,  dialogherà della sua opera con Maria Teresa Carbone.

Massimo Bacigalupo, anglista e critico letterario, ha tradotto autori come Ezra Pound, William Wordsworth, Louise Gluck. Al centro dell'incontro, in particolare, sarà il suo libro più recente Bloomsdays. In cammino con Joyce & Company (Calamospecchia edizioni), racconto dall'interno della kermesse che, su sua iniziativa, si tiene ogni anno il 16 giugno a Genova, quando la città diventa il palcoscenico di una grande e collettiva ricostruzione dell'Ulysses di James Joyce.



lunedì 10 giugno 2024

POESIA IN VILLA. Ottava lettura con Antonella Anedda


Sabato 16 giugno 2024, dalle ore 11:30 alle 13:00, Antonella Anedda è l'ottava e ultima ospite di Maria Teresa Carbone nell'ambito di Poesia in villa al Casale dei Cedrati, ciclo di incontri in collaborazione con Monteverdelegge. 
Antonella Anedda (Angioy) è autrice di libri di poesie tra cui Salva con nome, Notti di pace occidentale, Residenze invernali e Histarige, ora raccolti in un volume recentemente uscito per Garzanti (Tutte le poesie 1994-2023, prefazione di Rocco Ronchi) e di saggi tra cui Le piante di Darwin e i topi di Leopardi, La vita dei dettagli e Geografie. Le sue traduzioni e variazioni da opere classiche e moderne sono raccolte nel libro Nomi distanti (1997-2022). Il suo lavoro è stato tradotto in numerose lingue. 
Nel ciclo Poesia in villa ogni poeta legge, accanto ai suoi testi, versi di uno o più predecessori, antichi o recenti, italiani o stranieri, legati al concetto di natura (un concetto da intendersi in modo esteso) in una cornice di dialogo con Maria Teresa Carbone e col pubblico. 
Al ciclo hanno partecipato: Antonella Anedda, Franco Buffoni, Maria Grazia Calandrone, Marco Giovenale, Guido Mazzoni, Gilda Policastro, Laura Pugno, Sara Ventroni.

Il Casale dei Cedrati si trova nel parco di Villa Doria Pamphilj Via Aurelia Antica, 219 – 00165 Roma Entrata dal parco: via Aurelia Antica, 183.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti

sabato 27 aprile 2024

1849 Fratelli d'Europa al Casale dei Cedrati

Domenica 5 maggio, alle ore 11:30 al Casale dei Cedrati, si svolgerà l'incontro con Stella Sofri 1849 Fratelli d'Europa - Gli stranieri che difesero la Repubblica romana. Modererà Maria Teresa Carbone, mentre Patrizia Zappa Mulas leggerà brani dalle lettere di Margaret Fuller. 

Per la Repubblica romana combatté una giovane generazione romantica, cosmopolita, che estese all'intera Europa e oltre la propria idea di patria. Sulle barricate di quei giorni, a difendere Roma c'erano giovani belgi, ungheresi, olandesi, bulgari, americani, svizzeri, inglesi, un finlandese e anche francesi. E ci furono donne che parteciparono agli scontri dando manforte ai soldati, "signore" che prestarono soccorso ai feriti nelle ambulanze, che li curarono negli ospedali. Diverse testimonianze rimangono di quello straordinario impegno civile, e tra queste l'epistolario e la corrispondenza per il giornale americano "Tribune" della giornalista Margaret Fuller. La rassegna si svolge in collaborazione con Monteverdelegge.

Domenica, 5 maggio ore 11:30

Casale dei Cedrati, Parco di villa Pamphilj 

ingresso su Via Aurelia Antica 219