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sabato 27 aprile 2024

1849 Fratelli d'Europa al Casale dei Cedrati

Domenica 5 maggio, alle ore 11:30 al Casale dei Cedrati, si svolgerà l'incontro con Stella Sofri 1849 Fratelli d'Europa - Gli stranieri che difesero la Repubblica romana. Modererà Maria Teresa Carbone, mentre Patrizia Zappa Mulas leggerà brani dalle lettere di Margaret Fuller. 

Per la Repubblica romana combatté una giovane generazione romantica, cosmopolita, che estese all'intera Europa e oltre la propria idea di patria. Sulle barricate di quei giorni, a difendere Roma c'erano giovani belgi, ungheresi, olandesi, bulgari, americani, svizzeri, inglesi, un finlandese e anche francesi. E ci furono donne che parteciparono agli scontri dando manforte ai soldati, "signore" che prestarono soccorso ai feriti nelle ambulanze, che li curarono negli ospedali. Diverse testimonianze rimangono di quello straordinario impegno civile, e tra queste l'epistolario e la corrispondenza per il giornale americano "Tribune" della giornalista Margaret Fuller. La rassegna si svolge in collaborazione con Monteverdelegge.

Domenica, 5 maggio ore 11:30

Casale dei Cedrati, Parco di villa Pamphilj 

ingresso su Via Aurelia Antica 219

mercoledì 29 maggio 2013

Alice ritrovata

Giulia Caminito
Spostando il pannello bianco un po’ più in alto e il proiettore un po’ più indietro si ha quasi l’impressione di un’istallazione degna del Macro. Alice Ceresa, in una foto datata e in bianco e nero, quando ancora aveva un volto da fanciulla – dice chi l’ha studiata – appare sul pannello, proiettata anche tra i libri, tutti donati, della bibliolibreria Plautilla. Appare lì, con la sua vita. Anzi, non solo. Con il “vuoto di memoria”; il suo essersi ritirata dal mondo e dalle cose, come quel famoso padre. L’aver fatto avvizzire i vestiti e i ricordi, ma l’aver toccato le persone.
Sono proprio le relazioni che vengono proiettate, grazie al documentario di Rai Educational di Gianna Mazzini e Loredana Rotondo, a due metri da noi. La voce pacata del nipote, le leggerissime pause commosse e celate della compagna, il tono squillante di chi l’ha studiata, la nota calda delle amiche e colleghe, la tenerezza romantica del fratello. Ognuno con un colore diverso e un accento percepibile a orecchie tese.
Passaggi, pulviscoli e difficoltà. La tenacia di una ragazza che non ha potuto studiare Lettere perché osteggiata dal padre; i viaggi, che all’inizio erano vere e proprie fughe, e poi i ritorni a casa sempre e comunque; l’aver trovato a Roma, la città dove si può essere liberi, quei “cigni bianchi” letterari, come lei, pronti ad accoglierla; nuove case fatte solo di stanze vuote e una macchina da scrivere.

lunedì 27 maggio 2013

Alice Ceresa, la lama della scrittura

Ti racconto un libro:
Alice Ceresa, La morte del padre (con Ritratto di Alice di Patrizia Zappa Mulas)
et. al., pp. 76, euro 10

Laura Fortini
Con la medesima precisione chirurgica de La figlia prodiga, 1967, e di Bambine, 1990, Alice Ceresa ha affrontato in tempi sorprendentemente lontani La morte del padre, cui ha dedicato nel 1978 un racconto lungo e meravigliosamente perfetto oggi riproposto per le cure di Patrizia Zappa Mulas, che lo accompagna con un partecipe ritratto della scrittrice (Alice Ceresa, La morte del padre con Ritratto di Alice di Patrizia Zappa Mulas, et al, 76 pp., € 10), che identifica con precisione il posizionamento di Ceresa: scrivere poco per scrivere l’essenziale (come la contemporanea, sua e nostra, Cristina Campo); scrivere come forma di conoscenza, di dissezione analitica di tessuti costitutivi un corpo, pubblico e privato, sull’orlo dell’implosione simbolica (di cui le date della pubblicazione delle tre opere a firma di Ceresa costituiscono spia significativa, quasi preveggente di quanto accaduto nei decenni successivi).
Ognuno dei tre testi, di difficile nominazione (romanzi? saggi in forma di narrazione?) per la voluta sottrazione ai generi della tradizione, costituisce infatti l’anticipatrice messa a fuoco di questioni che diverranno poi nodali nei tempi successivi, e che per molti versi sono ancora irrisolte. La scrittura di Ceresa le disseziona con una lama: quella di una scrittura del tutto e volutamente aliena e che solo in virtù di questo riesce ad affrontare corpi simbolici in corso di deflagrazione.


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