Visualizzazione post con etichetta Franz Kafka. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Franz Kafka. Mostra tutti i post

giovedì 15 maggio 2014

Cose che si trovano nei libri


Lo scontrino d'acquisto de Il processo di Kafka ... otto anni fa.
Il 19 febbraio 2006 le cose alla libreria Croce non dovevano andar male: scontrino numero 176 alle diciotto.
Oggi è chiusa, ovvio ... in otto anni la desertificazione avanza e non s'arresta un'ora (per le librerie perdute consultate questo post).
Secondo alcuni non si è mai letto tanto ... ed è giusto: siamo sottoposti a stimoli continuativi: segnali, trilli, propaganda, messaggi, decrittazioni, insinuazioni, ammicchi subliminali, captatio benevolentiae, circonvenzioni pubblicitarie: il cervello elabora senza requie ... togliamo le ore al sonno ... sino all'una le due le tre ...
... sfiniti, sfibrati, svuotati ... abbiamo letto così tanto che l'idea di scorrere un libro ci disgusta ... a meno che questo non sia leggero ... qualcosa di leggero ... la lettura, infatti, è diversa dalla letteratura ...

Leggo gran parte della notte
D'inverno vado al sud

proclamano due versi de La terra desolata. Desolata, desertificata, liscia e senza asperità.
Ormai è così.
Chissà cosa avevano in mente i polinesiani di Rapa Nui quando continuavano a tagliare palme per i loro moai.
Chissà cosa è passato loro per il cervello quando hanno tagliato l'ultima.
Difficile rendersi conto dei fenomeni quando se ne fa parte.

sabato 25 gennaio 2014

"Ascolta, Roma, regina bellissima del mondo che è tuo ...". Un requiem

Il magnifico portale barocco presso le Mura dei Francesi, a Ciampino, opera dell'architetto secentesco Rainaldi, "noto per aver progettato palazzo Pamphili a Piazza Navona e terminato i lavori del Campidoglio dopo la morte di Michelangelo". Un decreto ministeriale lo mise sotto tutela nel 1935. Almeno sino al 2011.
Lo stesso portale dopo il crollo del 2011. "Qualcosa deve essere stato trascurato nella difesa della nostra patria ... con i barbari non si può parlare, non conoscono la nostra lingua e non ne hanno una loro ... il nostro modo di vivere e le nostre abitudini sono loro tanto incomprensibili quanto indifferenti" (F. Kafka, Un vecchio foglio). Dall'epistolario di Rainer Maria Rilke: "Per i nostri avi, una casa, una fontana, una torre loro familiare, un abito posseduto erano ancora qualcosa di infinitamente di più che per noi, di infinitamente più intimo, quasi ogni cosa era un recipiente in cui rintracciavano e conservavano l'umano. Ora ci incalzano dall'America cose nuove e indifferenti, pseudo-cose, aggeggi per vivere. Una casa nel senso americano, una mela americana, o una vite americana non hanno nulla in comune con la casa, il frutto, il grappolo in cui erano riposte le speranze e la ponderazione dei nostri padri". Ma Rilke, nel 1920, peccava di poca lungimiranza. A differenza di Kafka.
Una statua della Villa di Marco Valerio Messalla, sempre a Ciampino. Una metafora della distruzione. "Roma non perit, si Romani non pereant", si diceva. Purtroppo i Romani la pensano diversamente. Ed Ecco Rutilio Namaziano, da Il ritorno:

"Non si possono più riconoscere i monumenti dell’epoca trascorsa,
Immensi spalti ha consunto il tempo vorace.
Restano solo tracce fra crolli e rovine di muri,
Giacciono tetti sepolti in vasti ruderi.
Non indignamoci che i corpi mortali si disgreghino:
Ecco che possono anche le città morire"

Privacy Policy