L’associazione Amici di Villa Sciarra presenterà, presso l’Istituto Germanico a Villa Sciarra, dal 31 maggio al 9 giugno, una mostra fotografica e una serie di incontri, tra i quali vi segnaliamo quello in data 5 giugno alle 17,00 che vedrà la partecipazione del Centro DiurnoCantiere24 e dell’associazione culturale Monteverdelegge per parlare del loro incontro e di quello che questa esperienza ha generato sul territorio. Il Centro Diurno, inoltre, proietterà l’audiovisivo “Viaggio al Santa Maria della Pietà “ a cura del laboratorio fotografia e reportage del C.D. stesso.
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mercoledì 29 maggio 2019
giovedì 16 novembre 2017
IL video RISVEGLIO al Festival Lo Spiraglio al Lido il 16 novembre 2017
Il video Risveglio, realizzato nei laboratori Con il corpo vivo e Con il corpo scrivo tenuti da Maria Cristina Reggio e Maria Teresa Carbone con gli utenti di Cantiere 24, è stato selezionato per partecipare al festival Lo Spiraglio al Lido, rassegna di cortometraggi e documentari sulla salute mentale. La rassegna del festival si svolge il 16 novembre al Teatro del Lido di Ostia.
I testi poetici del video sono di Antonella Cecchi Pandolfini, Lamberto Di Fabio, Virginia Valletta, Antonella Venanzi e loro stessi hanno realizzato tutte le azioni filmate, insieme con Maria Cristina Masotti e Nicola Barricelli.
I laboratori sono stati condotti con la supervisione della dottoressa Patrizia Vincenzoni e sono il frutto di una collaborazione tra l'associazione Monteverdelegge e il Centro diurno Colautti 24.
venerdì 2 giugno 2017
Un Esodo che scavalca i muri
Maria Cristina Reggio
Il prossimo 16 giugno andrà in scena al Teatro Patologico, in via Cassia 472, Esodo, uno spettacolo con adattamento drammaturgico e regia Alessandra Panelli che, con l'associazione Diverse Abilità, da anni tiene laboratori teatrali con utenti dei centri di salute mentale e attori professionisti.
In questo spettacolo, in cui sono impegnati, insieme a molti altri attori, due utenti di Cantiere24, Antonella Cecchi Pandolfini e Lamberto di Fabio, l'esodo è rappresentato come una condizione comune a tutti gli esseri umani che, prima o poi, si trovano di fronte a un muro da oltrepassare.
In questo spettacolo, in cui sono impegnati, insieme a molti altri attori, due utenti di Cantiere24, Antonella Cecchi Pandolfini e Lamberto di Fabio, l'esodo è rappresentato come una condizione comune a tutti gli esseri umani che, prima o poi, si trovano di fronte a un muro da oltrepassare.
I muri dunque come fiumi o mari simbolici da attraversare, cataste di cartoni pesanti come pietre che formano frontiere da abbattere con la forza del proprio corpo, ma anche barriere invisibili che dividono o isolano le storie delle vite delle persone.
Come scrivono gli stessi autori, "Esodo è uno spettacolo che vede l’unione di due gruppi che da anni si sperimentano in laboratori paralleli e continuativi attraverso le arti del teatro e della danza. Come sempre negli spettacoli curati dal nostro gruppo di lavoro il tema dell’uomo, delle vicissitudini della vita, delle sconfitte e delle occasioni è molto sentito e foriero d’interessanti approfondimenti. Attraverso i testi e i personaggi, che di volta in volta si incontrano e ai quali diamo vita, s’intraprende un percorso di crescita e consapevolezza".
Con una strepitosa sequenza di musiche famose che ciascuno può riconoscere come famigliari colonne sonore della propria esistenza, e di brani tratti da tanti testi letterari spesso studiati a scuola ma qui recitati in nuovi contesti, questo lavoro teatrale colpisce per la sua capacità di coinvolgere la memoria e l'esperienza del pubblico in tante storie condivisibili: un momento in cui il teatro non divide la platea dal palcoscenico, ma rende attori e spettatori davvero partecipi di una comunità, talvolta, davvero umana.
Con una strepitosa sequenza di musiche famose che ciascuno può riconoscere come famigliari colonne sonore della propria esistenza, e di brani tratti da tanti testi letterari spesso studiati a scuola ma qui recitati in nuovi contesti, questo lavoro teatrale colpisce per la sua capacità di coinvolgere la memoria e l'esperienza del pubblico in tante storie condivisibili: un momento in cui il teatro non divide la platea dal palcoscenico, ma rende attori e spettatori davvero partecipi di una comunità, talvolta, davvero umana.
Da non perdere.
16 giugno ore 21
TEATRO PATOLOGICO Via Cassia 472
Info e prenotazioni: a.panelli@fastwebnet.it Tel: 3356532341
Formazione dell’Attore: Alessandra Panelli
Espressione Corporea : Costanza Castracane.
Danza Terapia: Anna Di Quirico.
Area Clinica: Dott.ssa Tiziana Piersanti Centro di Salute Mentale ASL Roma 3, Dott.ssa Teresa Mastroianni, Centro di Salute Mentale ASL Roma 2.
lunedì 14 aprile 2014
Don Abbondio, personaggio centrale de I promessi sposi

Anna Cachia
Don Abbondio è uno dei personaggi dei Promessi Sposi, il più noto romanzo di Alessandro Manzoni. E’ un uomo codardo e schivo: “Don Abbondio, non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno.” Il personaggio è descritto, con una certa ironia, come un “poveruomo che è riuscito a passare sessant’anni, dai due occhi grigi, una bassa statura e una costruzione corpulenta.”
Don Abbondio è la figura dell’egoismo, che è la radice della sua viltà. E’ il curato incaricato di sposare Renzo e Lucia, ma durante la sua passeggiata serale incontra i due Bravi, sgherri di Don Rodrigo, che gli intimano di non celebrare il matrimonio.
Don Abbondio in un primo momento cerca di giustificarsi allontanando da sé la responsabilità di tale scelta, ma alla fine accondiscende alla volontà dei Bravi.
Il personaggio di Don Abbondio sarà assente per molti capitoli del romanzo, per poi riapparire solo in conclusione quando finalmente accetterà di sposare i due dopo aver appreso della morte di Don Rodrigo.
E’ evidente che Don Abbondio è una figura remissiva e vittima del tempo in cui vive, fin dalla scelta sacerdotale fatta non per una reale vocazione ma per appartenere ad una classe sociale rispettabile e protetta. Debole con i forti, Don Abbondio diventa irragionevole con i deboli e non segue il dovere di sposare Renzo e Lucia, cedendo alle minacce. Renzo e Lucia escogitano il matrimonio a sorpresa ma quando si trovano di fronte al curato non fanno in tempo a pronunciare la formula che li avrebbe resi sposi che Don Abbondio compreso l’inganno fugge.
Sarà sempre per via dei suoi superiori e non per coraggio che il curato sarà richiamato al suo dovere: sarà infatti il cardinale Federigo Borromeo che gli affiderà il compito di ricondurre Lucia, rapita dall’Innominato, presso la casa della madre. Ma, come per altri personaggi dei Promessi Sposi, anche Don Abbondio avrà un suo momento di riscatto: la tragedia della peste, che incide in modo vario ma ben riconoscibile nella vita degli altri personaggi, farà giungere il curato ad un atteggiamento più generoso e comprensivo. Passato il dramma della peste e la vita tornata a scorrere come prima, dopo la morte di Don Rodrigo, Don Abbondio si convince a celebrare il matrimonio dei due promessi sposi.
L’esperienza della peste, che Don Abbondio ha vissuto sulle sue spalle, lo ha provato molto fisicamente: il curato ora è molto più magro e scarno di prima e cammina col bastone.
Egli dunque rappresenta la chiesa corrotta del '600 ma, secondo il pensiero caro a Manzoni della redenzione spirituale, anche Don Abbondio sarà trasformato dalle vicende che ruotano intorno agli sposi promessi.
Don Abbondio è la figura dell’egoismo, che è la radice della sua viltà. E’ il curato incaricato di sposare Renzo e Lucia, ma durante la sua passeggiata serale incontra i due Bravi, sgherri di Don Rodrigo, che gli intimano di non celebrare il matrimonio.
Don Abbondio in un primo momento cerca di giustificarsi allontanando da sé la responsabilità di tale scelta, ma alla fine accondiscende alla volontà dei Bravi.
Il personaggio di Don Abbondio sarà assente per molti capitoli del romanzo, per poi riapparire solo in conclusione quando finalmente accetterà di sposare i due dopo aver appreso della morte di Don Rodrigo.
E’ evidente che Don Abbondio è una figura remissiva e vittima del tempo in cui vive, fin dalla scelta sacerdotale fatta non per una reale vocazione ma per appartenere ad una classe sociale rispettabile e protetta. Debole con i forti, Don Abbondio diventa irragionevole con i deboli e non segue il dovere di sposare Renzo e Lucia, cedendo alle minacce. Renzo e Lucia escogitano il matrimonio a sorpresa ma quando si trovano di fronte al curato non fanno in tempo a pronunciare la formula che li avrebbe resi sposi che Don Abbondio compreso l’inganno fugge.
Sarà sempre per via dei suoi superiori e non per coraggio che il curato sarà richiamato al suo dovere: sarà infatti il cardinale Federigo Borromeo che gli affiderà il compito di ricondurre Lucia, rapita dall’Innominato, presso la casa della madre. Ma, come per altri personaggi dei Promessi Sposi, anche Don Abbondio avrà un suo momento di riscatto: la tragedia della peste, che incide in modo vario ma ben riconoscibile nella vita degli altri personaggi, farà giungere il curato ad un atteggiamento più generoso e comprensivo. Passato il dramma della peste e la vita tornata a scorrere come prima, dopo la morte di Don Rodrigo, Don Abbondio si convince a celebrare il matrimonio dei due promessi sposi.
L’esperienza della peste, che Don Abbondio ha vissuto sulle sue spalle, lo ha provato molto fisicamente: il curato ora è molto più magro e scarno di prima e cammina col bastone.
Egli dunque rappresenta la chiesa corrotta del '600 ma, secondo il pensiero caro a Manzoni della redenzione spirituale, anche Don Abbondio sarà trasformato dalle vicende che ruotano intorno agli sposi promessi.
sabato 12 aprile 2014
Potere e sopraffazione, temi centrali dei "Promessi sposi"

Il punto di forza dei Promessi Sposi, oltre a documentare la storia e avere avuto un’enorme influenza sulla formazione della lingua italiana, è la caratterizzazione dei singoli personaggi. Quest'anno, per iniziativa di Monteverdelegge, è stata promossa, con il progetto Un libro un quartiere, la lettura di questo testo e molte iniziative sono state dedicate a questo evento, tra cui la proiezione di alcune versioni televisive storiche dei Promessi Sposi tenuta al Teatro Vascello.
Come aderenti a Monteverdelegge, anche noi partecipanti alle attività del Centro Diurno semiresidenziale Cantiere 24 di via Giovagnoli abbiamo voluto leggere e commentare questo testo, riferendoci ai singoli personaggi. Proporremo, a partire da oggi, questi ritratti. (La redazione della “Locomotiva”)
Cristina Masotti
Questo romanzo, che è alle radici della nostra cultura moderna, rivela ad una lettura attenta tanti spunti che possono riferirsi all'attualità: quello che ci ha colpito di più è il tema del potere e della sopraffazione dei deboli, accanto a quello della fiducia nella Provvidenza che, però, risolve solo attraverso l'azione coraggiosa dei singoli. Questi ci sembrano temi universali che attraversano i tempi e rimangono sempre attuali.
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