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domenica 19 aprile 2015

Non uscire dai margini

Maria Teresa Carbone
In cima alle classifiche Amazon negli Usa  di questo mese c'è un album da colorare per adulti. Sul Guardian Alison Flood spiega che il successo di Secret Garden dell'illustratrice scozzese Johanna Basford non è un caso isolato: ovunque aumenta il numero delle persone che cercano, e a quanto pare trovano, la pace interiore riempiendo con cura gli spazi bianchi di elaboratissimi disegni. E la tendenza prende piede in molti paesi: anche in Polonia le case editrici decidono di puntare su questo nuovo filone.
Ovunque la parola d'ordine è: non uscire dai margini. Cambiano i tempi. Negli anni '60 e '70 questi album venivano guardati con diffidenza dai genitori illuminati.  Si pensava che tarpassero la creatività dei bambini. Oggi gli ex bambini rivendicano il piacere di non superare i confini imposti da chi ha ideato il disegno. E qualcuno, come lo scrittore Matt Cain, parla di una pratica simile alla meditazione. 

Paragone interessante, e forse non lontano dal vero. Solo un dubbio resta: se davvero gli album da colorare sono destinati a diventare un genere consolidato, se davvero non si tratta solo di un effimero trionfo della nostalgia, ci troveremo sempre più spesso di fronte a libri "muti", privi di parole, che aspettano di essere completati, o scritti, dai loro "lettori"?
@mtcarbone
Nota: questo post rielabora e aggiorna un testo uscito sul blog Protocosmo.

mercoledì 13 agosto 2014

Quanto costa un ebook? L'attacco di Amazon, le ragioni degli editori

Maria Teresa Carbone
Non contenta della sua lunga battaglia con Hachette, adesso Amazon parte all'attacco contro Disney, bloccando la vendita di alcuni fra i suoi titoli più appetitosi in dvd e blu-ray, tra cui Captain America. The Winter Soldier e Muppets Most Wanted. Secondo Ben Fritz e Greg Bensinger del Wall Street Journal, però, non si tratta solo di una questione di prezzi, come nel caso della contesa che oppone la società di Seattle al grande gruppo editoriale. Qui la posta in gioco comprenderebbe la promozione e il product placement sul sito di Amazon, ma per saperne di più, si dovrà vedere quali saranno le contromosse della Disney.
Bezos contro tutti, o quasi, comunque. Anche la contesa con Hachette, uno dei tormentoni di questa travagliata estate 2014, del resto, non accenna a estinguersi.  Un nuovo capitolo si è infatti aggiunto nelle ulime ore alla saga. Se è impossibile sapere quanti messaggi Michael Pietsch, amministratore delegato di Hachette, ha ricevuto dopo che l'altro giorno Amazon ha divulgato il suo indirizzo email, invitando i lettori a protestare per una politica di prezzi sugli ebook secondo Seattle irragionevole, quello che è certo è che a due giorni dalla provocazione della società di Bezos, Pietsch ha deciso di rispondere ai lettori, spiegando punto per punto le ragioni del suo gruppo editoriale
Dopo avere precisato che “oltre l'ottanta per cento degli ebook pubblicati da Hachette non costano più di 9 dollari e 99” (il prezzo che, secondo Amazon, dovrebbe rappresentare il tetto dei libri digitali) e che “quelli più cari costano meno della metà dei corrispondenti libri di carta”, Pietsch arriva al nodo della questione: è vero che gli ebook hanno prezzi industriali minori rispetto ai libri tradizionali (non ci sono le spese di carta, di stampa, di magazzino), ma è anche vero che “gli editori investono pesantemente in ogni libro, spesso per anni, prima di averne dei ricavi”.

mercoledì 7 agosto 2013

Sul pianeta Amazon i libri non occupano il posto d'onore

All'indomani del clamoroso acquisto del "Washington Post" da parte di Jeff Bezos, proponiamo un reportage dedicato a Amazon e uscito su "Alfabeta2" (maggio 2012).
Anche se Amazon.it è nata ufficialmente il 23 novembre 2010, non ha ancora una vera sede ed è da Parigi che il «country manager» Martin Angioni, passato alle dipendenze di Jeff Bezos dopo essere stato amministratore delegato di Electa Mondadori, dirige le operazioni. A settembre 2011, però, è stato inaugurato in provincia di Piacenza il primo centro di distribuzione Amazon in Italia, il sessantesimo nel mondo. Chi dunque vuol capire da vicino come funziona nel nostro paese quella che ci ostiniamo a definire la più grande libreria online del pianeta – una definizione riduttiva, come vedremo – deve prendere la A21, uscire dal casello di Castel San Giovanni e approdare, percorse poche centinaia di metri, al locale «parco logistico» (parco per modo di dire: trecentomila metri quadri di magazzini per aziende di ogni tipo).
L’impresa naturalmente va concordata in modo da essere dotati di tutti i lasciapassare necessari – e anche così, per penetrare nel capannone di Amazon occorre spogliarsi di ogni bene: niente borse e borsette, nessun alimento, foss’anche un pacchetto di caramelle, e non parliamo poi di sigarette e accendini; quanto al cellulare, per i cocciuti che non se ne vogliono separare, deve essere registrato, con puntigliosa annotazione del numero seriale. Elencati i diktat, la sorridente guardiana con i capelli rossi mi invita a firmare un foglio dove prometto di non divulgare nessuna delle informazioni che apprenderò nel corso della visita: richiesta bizzarra per chi è venuto proprio in cerca di informazioni, ma lei si stringe nelle spalle, «certo ci sono casi particolari, ma così vuole il regolamento». E dunque firmo, sperando che non mi tocchi poi affrontare gli avvocati del gigante di Seattle.

domenica 28 luglio 2013

I diritti smarriti nella giungla "amazonica"

Antonella De Robbio
Amazon continua ad essere al centro della scena nei dibattiti internazionali attorno agli ebook. A causa di una serie di mosse strategiche - che alcuni definiscono come speculazioni ai danni della concorrenza di mercato - Amazon sta creando un certo scompiglio nella scacchiera dell’editoria digitale. In altri termini sta influenzando atteggiamenti e consuetudini di scrittori e critici letterari, modificando anche gli assetti entro le comunità sociali dei lettori web 2.0. In aprile infatti Amazon aveva portato a casa per un miliardo di dollari Goodreads, la più grande rete sociale di libri, introducendosi nel mondo delle recensioni dei lettori, reinventando l’esperienza della lettura, ma divenendo “opinionista” dei titoli che produce. Notevole il ritorno in termini economici soprattutto se si considera che Amazon, subito dopo, aveva creato la piattaforma per l’auto-pubblicazione, il servizio Kindle Direct Publishing, scombinando le regole editoriali e distributive, mettendo le mani su 16 milioni di lettori di Goodreads a caccia di opere nel mercato cartaceo tradizionale.
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