sabato 16 novembre 2019

Dal laboratorio di traduzione: Canto d’amore di Sinéad Morrissey



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Fiorenza Mormile
Aggiorniamo qui il brillante curriculum di questa autrice nordirlandese di cui avevamo fatto una prima presentazione nell’ottobre scorso. Dopo aver vinto nel 2013 il T.S. Eliot Prize  con la sua quinta raccolta di poesia (Parallax) Morrissey è diventata il primo Poet Laureate della città di Belfast. Nel 2017 con la sesta raccolta (On Balance) ha ricevuto il Forward Prize for Poetry e di recente è passata a insegnare Creative Writing dalla Queen’s University di Belfast alla Newcastle University. Nella nuova sede ricopre gli ulteriori incarichi di direttore del Newcastle Centre for the Literary Arts e di co-direttore del Newcastle Poetry Festival. 
Il primo testo tradotto è Love Song, uscito nel 2011 sull’antologia The Wake Forest Book of Irish Women’s Poetry. Se ne La vie en rose è la presenza catalizzatrice dell’amato a proiettare una colorazione rosata sulla vita, in  Canto d’amore  l’effetto euforizzante dell’innamoramento è analizzato in assenza del suo oggetto e per intonarlo  vengono chiamati a raccolta tutti i sensi.
Lo stato emotivamente alterato di chi s’innamora è esaminato con l’acribia di un medico: l’autrice referta con asciutta sintesi tutti i sintomi della propria patologia. L’innamoramento esaspera la sensibilità, tanto agli stimoli esterni (luce, suoni, odori della natura), quanto alle reazioni fisiologiche interne (insonnia, bocca secca), ma sa regalare anche l’ebbrezza: la sensazione di diamanti immessi nel flusso del proprio sangue. L’immagine della testa che sotto una forza incontrollabile va a cacciarsi in un secchio di stelle affianca alla beatitudine stellare uno spassoso  ammiccamento sulla cecità dell’amore.  Un canto insolito, dunque, che sa conciliare quotidiano e visionario, lirismo e ironia, a testimoniare l’originalità dello sguardo di Morrissey.

Sinéad Morrissey

Canto d'amore

Vedo luce ovunque
sul conducente dell'autobus sulla donna
con il carrello per strada
vedo il crepuscolo
sento l'orologio alle quattro
sento il silenzio negli armadi
nel canto degli uccelli
nell'alba stagnante
in bocca un gusto più secco della farina

sento l'odore delle radici degli alberi
prima di vedere le loro braccia
urlare
sull'orizzonte
sento diamanti spinti dentro
il flusso del sangue
autogenerati, un dono,
muoversi verso la testa sento la mia testa
cacciata dentro 
un secchio di stelle
e tutti i miei sensi
cantare

Traduzione di M. A. Basile, G.Mantegazza, M.Izzi, F.Mormile,
 M. Pezzarini, A.M. Rava, A.M. Robustelli, J. Wilkinson.

Sinéad Morrissey

Love Song

I see light everywhere
Over the bus driver the woman
With her trolley in the street
I see dusk
I hear the clock at four
I hear the silence in cupboards
Birdsong
Backwater dawn
I taste drier than flour

I smell the roots of trees
Before I see their arms
Shrieking
On the skyline
I feel diamonds pushed into
The bloodstream
Self-generated, a gift,
Making for the head I feel my head
Thrust into
A bucketful of stars
And all my senses
Singing

 from  The Wake Forest of Irish Women’s Poetry, Wake Forest University Press, Winston-Salem (N.C.- U.S.A.) 2011.

Si ringrazia l’autrice per l’autorizzazione a tradurre e riprodurre il suo testo.







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