giovedì 3 ottobre 2019

INVITO ALLA LETTURA: Modigliani, "Il mondo ha occhi di pietra"


Stella Sofri
Sono 80 racconti brevi, costruiti secondo un meccanismo di sapiente coinvolgimento emotivo. Momenti di realtà nati da un’osservazione attenta di frammenti di vita popolati da una moltitudine di umanità: giovani “in una sospensione di aspettative”, uomini pazzi di gelosia, donne che si amano, carcerati, malati in fuga, soldati che si abbandonano al pianto, sogni, amori sottesi; tessere di un mosaico forse in attesa di ricomporsi in un mondo liberato da una sorta di incantesimo, da un fermo immagine di una realtà che sfuma nel’indecifrabile.

Atmosfere sospese, inquietudine, realtà visionarie fuori dal reale, ma anche denuncia del reale; una apparente normalità senza luogo né tempo. Vicende minime in cui ognuno può ritrovarsi, in un incerto equilibrio tra realtà e finzione. Storie che si giocano sull’azzardo di una conoscenza del mondo.

Dialoghi che nascondono indizi illuminati da una improvvisa nota conclusiva. Ma anche, più spesso, la proiezione di uno stato interiore, un senso di inadeguatezza, in un mondo che rimane sfuggente, sospeso. Su un’isola remota, nei boschi o nelle stazioni, nelle piazze, nel ventre della città, di qua o di là “tutto non è altro che avventura”, nel tentativo, per lo più vano, illusorio o temerario, di andare oltre, “Il muro era stato abbattuto. E l’atto era stato registrato: scritto”.Ma il muro più difficile da abbattere è il muro della terra che divide l’umanità e la sua maggiore articolazione, uomini e donne. Una ragazzina, forse in Cina, abbatte a calci tre malfattori. Donne forti, che non dispensano sorrisi, ambigue, dirompenti, uomini “a disagio, ma incapaci di allontanarsi”.

Racconti in cui lo scritto è solo l’ordito essenziale, una trama appena abbozzata.Il resto, le conclusioni (conclusioni?) stanno in chi legge, un percorso abile verso una complicità da raggiungere. Perché è nella densità della scrittura la straordinaria vocazione di chi scrive, parole scolpite che rimandano all’essenzialità del linguaggio poetico e che trovano nel titolo, Il mondo ha occhi di pietra, una sintesi straordinaria tra contenuto e linguaggio.

Sono ingredienti scelti e distillati in poche parole, precipitati in conclusioni fulminanti. Una scrittura studiata, raffinata, che evidenzia le molteplici, inquietanti sfaccettature del reale.Storie che possono trascinare in una fuga precipitosa verso la fine nell’attesa di uno scioglimento dell’enigma dell’esistere, o che possono arrivare come un fendente a imporre la necessità di un tempo lungo, una pausa, una sospensione.

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