Pieter Bruegel il Vecchio, Giornata buia (1565).
Uno dei quadri più belli sull'autunno. Le tinte calde in primo piano che denotano i cercatori di rami e il villaggio rendono un senso di intensa intimità domestica. Man mano che ci si allontana da tale scena, infatti, il paesaggio trascolora nei freddi toni grigi (verdi o azzurri) che colorano le vette, lo sfondo, il mare in tempesta.
Semplicemente eccezionali gli intrichi di rami stagliati contro la nuvolaglia plumbea e incombente.
Cercamon
La prima sestina d'un meraviglioso componimento del giullare guascone Cercamon (il nome, Cercamondo, se l'era dato lui stesso poiché aveva girovagato fin dove aveva potuto).
L'arrivo della stagione autunnale è metafora dell'animo del trovatore, infelice d'amore.
Quando l'aria dolce s'inasprisce,
e giù dal ramo cade la foglia
mentre la voce mutano gli uccelli,
da qui io mando sospiri e canto
per quest'amor che m'ha legato e preso,
visto che mai io l'ebbi in potere ...
Traduzione di Giuseppe E. Sansone
Georg Trakl
Di seguito due poesie di Georg Trakl, nitide e preziose come il rintocco d'un cristallo purissimo.
Nella prima risaltano gli accostamenti cromatici prediletti da Trakl: il rosso del bosco, il giallo-oro dell'estate morente, il nero della terra e l'onnipresente azzurro, che marchia ognuna delle strofe.
Nella seconda risaltano alcune brevi e mirabili descrizioni di paesaggio (le campane, gli uccelli migratori, il battello che scivola lungo l'azzurro del fiume) sospese nell'atmosfera crepuscolare dell'autunno, stagione dell'anima in grado di ridonare la perfezione del silenzio e della pace.
Torna l'oscuro autunno, colmo di frutti e d'abbondanza,
Splendore ingiallito di bei giorni estivi.
Un puro azzurro esce da appassita spoglia;
il volo degli uccelli echeggia antiche saghe.
Pigiata è l'uva e la dolce quiete
Colma di sommesse risposte a oscure domande.
Qua e là una croce sul colle deserto;
Nel bosco rosso si smarrisce un gregge.
Passa una nube sullo specchio d'acqua;
Calmo riposa il gesto del contadino.
L'azzurra ala della sera sfiora appena
Un tetto di paglia secca, la terra nera.
Presto s'annideranno stelle nei sopraccigli stanchi;
Alla fresca stanza qualcuno torna, quieto e schivo
E angeli escono lievi dagli occhi azzurri
Degli amanti, che soffrono più dolcemente.
Stormiscono le canne; improvviso brivido d'orrore
Quando nera la rugiada goccia dai salici spogli.
Traduzione di Ida Porena
Finisce così l’anno, con vigore,
Con vino d’oro e frutto dei giardini.
Tacciono intorno i boschi, ed è stupore.
Al solitario sono compagni.
Allora dice il contadino: è bene.
Voi campane del vespro con largo suono
Ci donate ancora lieto coraggio.
Una schiera di uccelli salutan in viaggio.
È dell’amore l’epoca dolce.
Nel battello giù lungo l’azzurro fiume
Sfilano immagini, oh, così ben accoste -
Tutto in silenzio tramonta, e in quiete perfetta.
Riadattamento da una traduzione di Annamaria Curci.
Alexander Puskin
Per finire un breve componimento del grande russo.
Non starò a rimpiangere le rose
appassite a una lieve primavera;
mi è cara anche l'uva sui tralci
a filari maturata su un pendio.
Bellezza della mia fertile valle,
gioia d'autunno dorato,
oblungo e diafano,
come i seni di una giovane ragazza.
Traduzione di Giovanni Giudici e G. Spendel
Grazie, se non ci foste voi/
RispondiElimina(quasi) non leggerei poesie
Due versi (!?!) da nove: come si chiamano? Conosco i settenari, ma i novenari non mi risultano....
E invece si chiamano proprio così, ho guardato (in ritardo) sulla Treccani, usati specialmente da Pascoli e D'Annunzio
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