Paolo Morelli
- Forse da che esiste il mondo, tutti possiedono un orecchio abile, pronto ad accogliere la malìa nascosta nelle parole, solo da pochi decenni esso sembra otturato. L’orecchio per le parole della letteratura non dipende dal sapere culturale, bensì dalla tendenza naturale alla socialità.
- Per liberare l’orecchio dalla sua recente occlusione non c’è altro mezzo che la pratica della lettura ad alta voce e dell’ascolto.
- La lettura ad alta voce di testi letterari è da considerare al pari di un atto di teurgia, volto a suscitare in chi ascolta echi di riconoscimenti profondi. È pure un’arte curativa che può essere esercitata su sé stessi.
- La lettura ad alta voce di testi letterari è una pratica efficace che tutti possono coltivare, tranne gli attori, in quanto essi fin da principio sbagliano l’approccio, tagliandosi fuori da ogni possibile prodigio.
- Per leggere ad alta voce è necessario ripristinare l’attenzione all’atto di respirazione. La cura della pratica respiratoria dovrebbe essere insegnata ai piccoli prima dell’alfabeto, o meglio ricordata, perché diventare consapevoli del proprio respiro è per un neonato il primo gesto di autonomia culturale. Anche un buon lettore gliela ricorderà.