Simona
Baldelli *
Ammetto
di avere in testa un po’ di confusione.
Ieri
sera, Maria Teresa Carbone, mi ha consegnato alcuni fogli che
riportavano un articolo uscito qualche giorno fa, circa un minuscolo
paese scozzese, Wigtown, che conta mille abitanti e 12 librerie (ho
trovato un altro articolo che ne censisce 11, ma tant’è).
La storia
di Wigtown, comune a gran parte della Scozia racconta di un periodo,
a cavallo degli anni ’50, di grande crisi, povertà, disoccupazione
ed alcolismo diffusi. Fino al momento in cui un gioielliere inglese
ancor più povero a causa di una serie di furti che lo gettarono sul
lastrico, (non aveva contratto alcun tipo di assicurazione) decise,
con le poche sterline rimaste, di aprire una libreria antiquaria
(chissà perché), che andò talmente bene da suggerirgli di aprirne
una seconda e così via. Attualmente, Wigtown vive di tutto ciò che
ruota attorno alla filiera del libro, dalla scrittura alla vendita di
libri, passando per un festival di letteratura e cultura in genere
che prende vita ogni mese di settembre.