Lessico Famigliare di Natalia Ginzburg (pubblicato da Einaudi nel 1963; altre edizioni: 1963 - Supercoralli; 1986 - Gli Struzzi)descrive dall'interno la vita quotidiana della famiglia Levi, famiglia d’origine della Ginzburg. Sullo sfondo, una Torino caratterizzata dai drammatici avvenimenti del Novecento dagli anni '30 in poi: il fascismo, la persecuzione razziale, la guerra, il dopoguerra. Natalia, l’ultima dei cinque figli Levi, è la voce narrante. Con assoluto rispetto della verità e, per certi versi, mantenendo l’incanto della fanciullezza, il testo - più che un’autobiografia - è un insieme di ricordi, che il trascorrere del tempo può avere reso imprecisi, labili. Un libro della memoria che, con dolcezza e ironia, racconta l'amore incondizionato che lega una famiglia tristemente separata dalla guerra, ma a cui basta risentire qualche modo di dire o parola “famigliare” per tornare a sentirsi unita. Vincitore del Premio Strega, il libro ottenne da subito un grande successo. Interessante sia la recensione suagora magazine editorialeche un articolo della scrittrice sul blogapienavoce.
'Lessico famigliare' non è una lettura da perderci il sonno. Non entusiasma per la forza delle metafore o la bellezza dello stile. Eppure è una lettura sconvolgente. Perché? Semplicemente perché con la leggerezza e l'allegria delle voci dell'infanzia mette a tacere le brutture di quasi mezzo secolo. Torture, lutti, ansie e persecuzioni riversatesi su buona parte dell'intellighenzia nostrana, quando andavano di moda le marce sotto un balcone. ciao, giovanni
'Lessico famigliare' non è una lettura da perderci il sonno. Non entusiasma per la forza delle metafore o la bellezza dello stile. Eppure è una lettura sconvolgente. Perché? Semplicemente perché con la leggerezza e l'allegria delle voci dell'infanzia mette a tacere le brutture di quasi mezzo secolo. Torture, lutti, ansie e persecuzioni riversatesi su buona parte dell'intellighenzia nostrana, quando andavano di moda le marce sotto un balcone.
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