Dror A. Mishani, Un caso di scomparsa
traduzione di Elena Loewenthal
Guanda, pp. 304, euro 18
Brunella Diddi
Un caso di scomparsa, romanzo d’esordio di Dror A. Mishani, inaugura il genere poliziesco nella narrativa israeliana. Gli israeliani non scrivono romanzi gialli, dice Mishani per bocca del suo protagonista, perché manca la materia prima a cui attingere, niente delitti né misteri, niente serial killer e scarsi persino i delinquenti di piccolo calibro. Insomma, Israele compenserebbe il suo perenne stato di emergenza verso l’esterno con una invidiabile sicurezza interna. Mishani raccoglie la sfida di questa apparente tranquillità e costruisce un caso in cui c’è abbastanza torbido in cui pescare.
Un ragazzino introverso che scompare e una sorella handicappata che la famiglia vive come qualcosa da nascondere (per inciso, i genitori scelgono di tenere in casa la figlia invece di affidarla a un istituto, un’alternativa che viene presentata come del tutto normale), un professore di inglese con ambizioni letterarie e un segreto sono gli ingredienti principali della storia.