Un
vecchio detto: fare il callo. Le
storture della vita, le ingiustizie patite: fare il callo. I
colpi dell'avversa fortuna, le battute di un destino malvagio: fare il callo. Sopportare
come un asino malmesso ogni nerbata; il dorso e il collo: unica piaga
cauterizzata dall'abitudine. E via
con il peso sul basto: a piccolo trotto.
Centro Moda Vestiamo la Famiglia. Un innocente supermercato del vestiario. Via
del Podere Fiume, zona Torresina. Periferia nord. Sotto il pavimento dell'ameno discount una strada romana risalente al primo secolo a .C. Ricoperta
da una pavimentazione trasparente di plexiglass. "La via romana può ammirarsi
all'interno del centro commerciale! La metteremo in una parte del centro commerciale dove sarà possibile ai visitatori ammirarla in tutte le sue parti, ma sotto teca!". Archeologia fra una infradito e un tacco 12. Fare
il callo.
Dal blog Torresina.net: "Mercoledì
25 settembre apre Centro Moda Veste la Famiglia in via del Podere Fiume 3.
L’apertura dell’attività commerciale consentirà ai cittadini di poter ammirare
un altro tratto dell’antica strada romana che venne rinvenuta durante i
sondaggi archeologici nel 2006-2007, sondaggi preliminare all’edificazione
delle 12 palazzine e della struttura commerciale". Per
poter ammirare il mio passato devo comprare delle scarpe da ginnastica fatte in Cina. O dei calzini filo di Scozia (cinesi?). Scozia,
Cina, Roma: puri nomi, ormai. Nomi
da cocktail. Fare
il callo.
In
Dove sognano le formiche verdi di Werner Herzog, una compagnia mineraria invade
(con l'avallo della giustizia civile e della burocrazia) un territorio sacro agli
aborigeni australiani. Attenti - ammoniscono gli aborigeni - se violerete
questo luogo l'umanità sarà distrutta. Sono
le formiche verdi, padrone di uno spazio eterno e mitico, a sognare noi uomini,
costretti nella storia. Interrompere il dialogo fra mito e storia significa
perdere l'umanità: questo insegna la saggezza del popolo australiano. Se le formiche verdi non sognano più l'umanità, quest'ultima si dissolverà. Così sia.
Bologna.
Appartamenti di lusso (o un parcheggio) edificati sopra un cimitero medioevale. Anche
l'Overlook Hotel di Shining è costruito sul passato tradito: su un antico cimitero
indiano. Anche la casa di Poltergeist: demoniache presenze. Il
passato e gli antenati, non più venerati, si mutano in demoni: ci perseguitano
come perseguitano la famiglia di Poltergeist; ci fanno sragionare, come Jack
Torrance in Shining.
I
demoni sono tra noi. Ci vogliono perdere del tutto. Durante
gli scavi della via fu ritrovata una statuina raffigurante Artemide: fu
ribattezzata Artemide del Quartaccio, da uno degli antichi toponimi. Chissà che fine ha fatto. In uno scantinato, in una cassetta da archeologo; magari su
qualche scrivania dirigenziale: di uno di quei dirigenti che ha autorizzato
questa follia. La
distruzione di un popolo: quello italiano. Non si può tradire e umiliare il
passato senza pagarne le conseguenze.
L'Italia è una nazione suicida. Chi
volete incolpare? Nessuno
ha rispetto di noi perché non abbiamo rispetto di noi stessi. Un
popolo stupido, ignorante, ebbro d'ignoranza. Non
abbiamo neanche la disperazione dei Navajos e degli aborigeni. Siamo
discendenti abbrutiti e degeneri di una passata nobiltà che ci perseguita con i
fantasmi della colpa.
Ripartire
dalle periferie. Ma
quante volte si deve ripartire? Dalle
periferie, dai giovani, dal lavoro, dal volontariato. Non
sarebbe bene starsene un po’ fermi? Queste
carcasse di cemento, nate morte, si avevano da tirar su proprio qui? Come? Ah,
ho capito ... il progetto ... inarrestabile iter burocratico... i vincoli ... rispettati
... godere del bene pubblico ... le precedenti amministrazioni … alta densità …
bene comune … parco … bimbi … asilo … buongiorno ... come non detto ...
capisco, le problematiche pregresse … esiguità dei fondi … sponsor …
crowdfunding … sinergia pubblico privato … settore problematico … di certo! Le
problematiche … punto critico … le problematiche causano problemi … piccola
criminalità … il futuro … più spazio al volontariato … senza quello … il bene
comune …
Ed
ecco qua la nuova porzione urbanistica. Se Giorgio De Chirico, prima del suo
periodo metafisico, avesse deciso di abbandonare la pittura e fare l'assessore
all'urbanistica del Comune di Roma avrebbe sicuramente partorito una tale
promenade. Una
teoria nichilista di costruzioni anonime: silente, nuda, senz'ombra di vitalità. Le
strade asfaltate che non portano da nessuna parte. Strozzate da
un'irrazionalità tanto pervicace da stupire anche chi, come me, è ormai
stazionario nelle lande dell'insensibilità. Un
conglomerato nuovissimo su cui incombe già la maledizione del postmoderno, il
kipple di Philip Dick: infiltrazioni, erbacce, scarsa manutenzione, crepature,
smottamenti. Parcheggi
deserti. Un silenzio innaturale; così alto che il sangue pompato dalle arterie ronza nelle orecchie. Muri di cemento, vetroresina, grate da campo d'internamento, vialetti disegnati da un urbanista
anaffettivo, aiuole stitiche, sterri insensati. Un finto nitore e una pulizia
che presagiscono la psicopatia di massa. E tutto questo va avanti così, per
inerzia. Un passo
dopo l'altro. Uno
sfacelo. Non
che me ne importi molto, ormai. Fare
il callo.