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| Carmine Donzelli da Plautilla | 
Scrivo alla mia amica Barbara. Sai, ho ricevuto un invito molto particolare e vorrei che tu venissi con me: si tratta della festa di un editore, Donzelli, non possiamo mancare.
18 dicembre, la prima volta in una casa  editrice.
Impatto difficile, ambiente formale, vestiti rigidi, lineamenti  seri, però aria festosa, tante persone, bicchieri che tintinnano: possiamo  ambientarci penso io sottovoce.
 
Poi gli scaffali, sovraffollati di libri, ci  somministrano un caldo abbraccio, ed ad un certo punto scoviamo anche un romanzo  giovanile della nostra amica Igiaba Scego.
 
Certo avrei potuto essere più  coraggioso, presentarmi alla traduttrice dei Tre moschettieri di Dumas, (fresco  di stampa) e soprattutto approfittare della ghiotta occasione "per stringere  amicizia" con Marino Sinibaldi; in merito però devo confessare che la mia  impagabile amica Barbara, mi aveva palesemente manifestato una scarsa saldezza  di gambe, neanche ci fossimo trovati improvvisamente di fronte Simon le Bon dei  Duran Duran o Tony Hadley degli Spandau Ballet.
Stuzzichini gustosi da  aperitivo,  brandelli di conversazione, perché quel libro non è ancora uscito,  quei diritti d'autore scaduti, io e Barbara, come due naufraghi ci scambiamo  sguardi smarriti. Alla fine però, continuando imperterriti a setacciare gli  scaffali Donzelli, sfogliamo oltre alle mirabili Saggine, una magnifica edizione  delle favole del Pitre'. Quei quattro volumi hanno cominciato a popolare i miei  sogni, travestiti da ineffabili sirene ammaliatrici.
 
 
 
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