lunedì 21 novembre 2011
Il viaggio oltre la frontiera: passaggi nel tempo e nella letteratura
sabato 19 novembre 2011
Erodoto illumina il presente
KAPUSCINSKI, In viaggio con Erodoto - qualche flash di sguincio
Ho amato per molte ragioni questo libro, e ho immediata voglia di rileggerlo, come se una sola lettura non fosse che un troppo veloce “sorvolare” sulle sue molteplici implicazioni, e l’ho subito regalato, e subito ne ho parlato con molti amici.
Sono state dette cose interessanti negli interventi dell’incontro di sabato 5 novembre, delle quali amerei ritrovare più numerose tracce sul nostro blog, interventi che forse durante l’incontro sono stati compressi dai limiti temporali, dal numero degli intervenuti, dalla timidezza individuale (molti che forse avevano voglia di dire qualcosa hanno taciuto, e forse finalmente scrivendo trovano un tempo più disteso e un’atmosfera più raccolta per farlo) e così via.
Tra gli ingredienti che nel libro mi hanno emozionato di più, il rapporto che K. ha stabilito con Erodoto e le sue Storie. L’assiduo ricorrere al testo del greco di provincia, insaziabilmente curioso e attento, con lo sguardo pieno di domande e aperto sul mondo, ha generato un’altra infinita serie di domande, attraverso le quali K. ci restituisce una figura dai tratti assai più che abbozzati, e ne fa un padre nobile, un maestro, il suo fratello gemello, a seconda delle circostanze, dei momenti. Un punto di riferimento imprescindibile.
Il testo di Erodoto viene utilizzato di continuo, quasi che fosse una sorta di Bibbia laica, per illuminare il presente, come se solo indagando il passato si potesse guardare il presente vedendolo davvero, e tentare di scoprire le ragioni di ogni uomo, e diventa il filo rosso che collega Congo e Cina, India e Iran.
Quello del libro di K. sembra quasi il viaggio, per antonomasia, e inizia dalle prime fantasie sul “varcare la frontiera”, espressione quanto mai densa di suggestioni, per concludersi con il pellegrinaggio alla città natale di Erodoto, Alicarnasso, omaggio finale a questo greco così consapevole, in maniera assolutamente eccentrica, della fondamentale uguaglianza degli uomini nella diversità delle culture e costumi e apparenze.