Fiorenza Mormile
In quel tetro periodo di isolamento Fancher, trasportandoci idealmente nelle luci e ombre di Los Angeles ci ha salvato dalla depressione, dandoci uno obiettivo condiviso per cui lavorare di buon grado a tappe forzate. Ci siamo dedicate successivamente a Máighréad Medbh, un’autrice irlandese che al lockdown dedica la sezione "Lockdown Diary" in Imbolg, Arlen House, Dublin 2020) descrivendone con efficacia l’atmosfera sospesa e stagnante. Abbiamo poi iniziato a tradurre testi dell’iraniana Mina Gorji, trasferitasi ancora bambina in Inghilterra dopo la rivoluzione islamica, ritornando poi in modo sistematico sul suo primo libro (di prossima uscita per Fuorilinea): Art of Escape, Carcanet 2020, dopo una pausa incentrata su The Waste Land di T. S. Eliot. Per il ricorrere nel 2022 del centenario della sua pubblicazione abbiamo esaminato, confrontandole, una dozzina diverse traduzioni della prima sezione, La sepoltura dei morti, dandone anche una nostra versione. Quest’anno abbiamo scelto la poetessa statunitense Sandra Beasley di cui stiamo effettuando una prima selezione. Per un’idea sui temi affrontati dalle varie autrici rimandiamo ai link in fondo a questo post, che ne offrono vari testi e un inquadramento critico.
Per chi non ci conoscesse ancora, anche se ormai operiamo da quattordici anni e sul sito ci sono molti nostri apporti, ripetiamo qualcosa su di noi e sul nostro modus operandi. Siamo un gruppo mobile, benché uno zoccolo duro sia rimasto pressoché invariato nel tempo (purtroppo è mancata nell’agosto 2022 Anna Maria Rava, attiva dalla prima ora). Ci sono state delle variazioni, pur limitate, come si riscontra dai nomi sugli articoli dei link. Requisiti base dei componenti sono una buona conoscenza dell’inglese, l’amore per la poesia, una sensibilità fonico-ritmica e un’ampia padronanza del lessico italiano. Poi ci sono gli aspetti caratteriali, che devono tendere, oltre al rispetto del testo, alla capacità di mediazione e a una certa umiltà, assumendo che il prodotto di un gruppo è superiore a quello del singolo se si sa, quando serve, rinunciare alla propria soluzione. Assegnata per un incontro una certa poesia ognuno prepara la sua versione che viene confrontata con le altre per arrivare punto per punto del testo a quella che ai più appare la soluzione migliore. Le “battaglie” verbali sono forse la parte più divertente dell’impresa, che comunque richiede moltissime sedute di revisione minuta prima di arrivare alla versione definitiva. Anche se la versione definitiva nella traduzione di fatto non esiste.
Nessun commento:
Posta un commento