Andrej Tarkovskij,
un ritratto in tre citazioni:
"Nessuno sa che cos’è la bellezza. L’idea che la gente si fa della bellezza, il concetto stesso di bellezza, mutano nel corso della storia assieme alle pretese filosofiche e al semplice sviluppo dell’uomo nel corso della sua vita personale. E questo mi spinge a pensare che, effettivamente, la bellezza è il simbolo di qualcos’altro. Ma di cosa esattamente? La bellezza è simbolo della verità. Non dico nel senso della contraddizione “verità/menzogna”, ma nel senso di cammino di verità, che l’uomo sceglie"
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"Dal momento stesso in cui Eva mangiò il pomo dell’albero della conoscenza, l’umanità fu condannata a una ricerca senza fine della verità. Prima di tutto, come è noto, Adamo ed Eva si accorsero che erano nudi e ne provarono vergogna. Ne provarono vergogna perché compresero e cominciarono il proprio cammino dalla gioia di conoscersi l’un l’altro. Ciò fu l’inizio di ciò che non ha fine … Accadde così che l’uomo, questo “coronamento della natura” comparve sulla terra allo scopo di conoscere perché propriamente egli vi comparisse o vi fosse inviato. E per mezzo dell’uomo il Creatore conosce se stesso. Questo cammino viene chiamato usualmente evoluzione; un cammino che viene accompagnato dal tormentoso processo di autoconoscenza”
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“Per mezzo dell’arte l’uomo si appropria della realtà attraverso un’esperienza soggettiva. Nella scienza la conoscenza umana del mondo procede lungo i gradini di una scala senza fine, venendo successivamente rimpiazzata da sempre nuove conoscenze su di esso che sovente si confutano a vicenda, in nome di verità oggettive particolari. La scoperta artistica, invece, nasce ogni volta come un’immagine nuova e irripetibile del mondo, come un geroglifico della verità assoluta. Essa si presenta come una rivelazione, come un desiderio appassionato e improvviso di afferrare intuitivamente tutte in una volta le leggi del mondo – la sua bellezza e il suo orrore, la sua umanità e la sua ferocia, la sua infinità e la sua limitatezza. L’artista le esprime creando l’immagine artistica che è uno strumento sui generis per cogliere l’assoluto. Per mezzo dell’immagine si mantiene la percezione dell’infinito dove esso viene espresso attraverso le limitazioni: lo spirituale attraverso il materiale, lo sconfinato grazie ai confini”
(da Andrej Tarkovskij, Scolpire il tempo, Ubulibri 1988)
La scheda del film
Solaris (id.)
Anno: 1972
Regia: Andrej Tarkovskij
Soggetto: dal romanzo omonimo di Stanislaw Lem
Sceneggiatura: Friederich Gorenstein
Fotografia: Vadim Yusov
Scenografia: Michail Romadin
Montaggio: Ljudmila Feyginova, Andrej Tarkovskij
Montaggio: Ljudmila Feyginova, Andrej Tarkovskij
Musica: Edward Artem’ev, Johann Sebastian Bach (Corale in fa minore)
Interpreti: Natalja Bondarchuk (Chari), Donatas Banionis (Kris Kelvin), Nikolai Grinko (padre di Kris), Jurij Jarvet (Snaut), Anatoli Solonizyn (Sartorius),Wladislaw Dworshezki (Berton), Sos Sarkisjan (Gibarjan), Olga Barnet (madre di Kris), Tamara Ogorodnikova (zia Anna), Yulian Semyonov (presidente della conferenza scientifica)
Produzione: Viacheslav Tarasov per Mosfilm
Origine: URSS
Durata: 167’ (versione italiana 115’)
Tre indirizzi utili
Andrej Tarkovskij, un omaggio al grande regista russo (un sito interamente dedicato all'opera di Tarkovskij)
Tarkovskij, Solaris (diverse pagine sul film firmate da Gianfranco Massetti)
Speciale Tarkovskij in dvd (scheda di Alessandro Izzi dedicata all'edizione in dvd di Solaris)
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