perch'io, che nella notte abito solo,
anch'io, di notte, strusciando un cerino
sul muro, accendo una candela
bianca nella mia mente - apro una vela
timida nella tenebra, e il pennino
strusciando che mi scricchiola, anch'io scrivo
e riscrivo in silenzio e a lungo il pianto
che mi bagna la mente....
I primi quattro versi di questa poesia di Giorgio Caproni, che introduce Il seme del piangere, da venerdì 5 febbraio appaiono in una targa sul muro di una casa popolare nel cuore di Monteverde, al numero 17 di via Oreste Regnoli dove il poeta ha vissuto per circa vent'anni.
Una breve cerimonia, simpatica e informale, per una piccola folla che ha voluto così salutare il poeta e il Maestro. C'erano Silvana e Mauro Attilio Caproni, il critico Paolo Mauri, il poeta Luciano Luisi, il presidente del Municipio Fabio Bellini, insegnanti, studenti, passanti e negozianti stupiti.
Poche parole per ricordare il poeta e poi la lettura di poesie.
Agli alunni della scuola elementare F. Crispi il difficile compito di leggere i versi del Congedo del viaggiatore cerimonioso da cima a fondo.
Per favore, da oggi, se passate da via Regnoli, al numero 17, alzate lo sguardo e toglietevi il cappello
(di concerto con Stella Sofri)
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