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venerdì 13 dicembre 2013

Spianate Pompei e fatela finita (a modest proposal)

Ammetto di non aver mai avuto troppa pazienza.
Per questo detesto gli scacchi. E pure Risiko.
Lo spiego meglio.
Detesto quelli che, per ottenere una cosa, fan mille passi. Due passi avanti, uno indietro, guardandosi le spalle, poi uno di lato, poi un saltello obliquo; poi una pausa e si ricomincia. Il cavallo che difende la regina, l'Alaska che attacca la Kamchatka.
La tattica.
Nella storia ho sempre ammirato i modi spicci di Alessandro Magno. 
Gli abitanti di Gordio, sono sicuro, gli avranno tenuto, quasi 2500 anni fa, un discorso dai toni simili a questi: Guarda un po' cosa abbiamo qui, grande duca, tu che ci hai appena conquistati (a proposito: bella vittoria a Granico, complimenti!) - dicevo, caro Sikander, superbo guerriero, ammira che bel nodo teniamo, sacra reliquia, nel tempio di Giove, anzi, che dico, un nodo! Un viluppo inestricabile di nodi: nodi del carro da guerra di Gordio - il papà di Mida - quello che ha dato il nome alla città, lo conosci, vero? E sai cosa si racconta, immenso principe, di questi nodi innumeri: chi li scioglierà diverrà il padrone dell'Asia ... Vuoi provarci? Tu che sei così ardito e temerario, tale da non conoscere la paura, invitto e astuto, simile in questo agli dei che vantano le virtù nel modo sommo negato agli uomini ... et cetera et cetera. Ragazzi miei: gli asiatici sono sempre fioriti nella loro retorica.
E lui, che combatteva sempre in testa, mai anonimo, e si calava dalle mura delle città assediate come un fante qualunque, assieme a un paio dei suoi, l'iracondo, impulsivo, ingrato Alessandro, recide il cordame con un sol taglio. Legittimo. Infatti la profezia fu rispettata: divenne padrone dell'Asia e di lui si poteva già dire: sulle mie terre vedo nascere e calare il sole. Durò poco l'impero. Perché durò poco Alessandro, Sikander, Megas Aleksandros. Il guaio delle monarchie assolute. Può capitarti Federico di Svevia o un perfetto imbecille che dilapida il patrimonio di famiglia.
Ma l'aneddoto dice tutto. Basta coi passetti, le marce dissimulate d'avvicinamento, i vorrei ma non posso, la ministressa analfabeta che toglie l'insegnamento di storia dell'arte, i romani costretti a risarcire i palazzinari se trovano reperti, il Colosseo che cade a tocchetti, i tombaroli, i politici che affittano gratis i bassorilievi di Canova per farci le feste e poi li rompono (ma non è colpa loro, è colpa di Canova che l'ha scolpito: se non l'avesse fatto non si sarebbe rotto: logica esemplare à la George W. Bush).
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