G. Luca Chiovelli
Qualcuno ricorda il Patto del Nazareno? Quello stipulato fra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi?
Un
patto politico e d’affari cementato, presso il Palazzo del Collegio del
Nazareno, fra il maggior partito di governo, il Partito Democratico (altrimenti
noto come PD), e il maggior partito d’opposizione, Forza Italia.
Il
patto, riguardo la parte politica, era inclusivo ed esclusivo. Inclusivo poiché
includeva anche le formazioni satelliti (a sinistra: Rifondazione e frattaglie,
SEL, ciarpame autonomista; a destra: Fratelli d’Italia, NCD, Lega e coratelle
varie), da usare accortamente come finta opposizione per i gonzi. Esclusivo
poiché escludeva tutti gli altri (leggi: tutti coloro capaci di mettere a
repentaglio la tenuta di tale patto).
La parte affaristica si basava su un gentlemen’s agreement: riforme
costituzionali, legge elettorale, devoluzione dell’Italia nell’Europa, intangibilità Mediaset, intangibilità RAI, salvaguardia interessi grande
capitale, divisione appalti nazionali et cetera.
Il
patto del Nazareno non fu (è) che il tagliando di revisione di un andazzo almeno ventennale.
Il
Premio Strega è, perciò, la riproposizione di questa logica: i padroni cattivi
della Mondadori e della Rizzoli incassano, i bravi letterati pure. La destra
cattiva incassa, i bravi sinistri pure. Tutti d’accordo, come i lottatori del wrestling americano che fingono di darsele di giorno e vanno a mangiarsi una pizza assieme la sera. Ad alimentare l'occulta simbiosi si hanno le pesanti mammelle pubbliche (RAI, partecipate, società pubbliche e compagnia), sempre gonfie: promozioni e pubblicità
gratis per gli editori cattivacci e monopolisti; comparsate, interviste e prebende
per i bravi autori democratici. Coi soldi di tutti, ovviamente … poiché in
Italia i soldi di tutti (anche degli illetterati e degli analfabeti … anzi,
soprattutto di quelli) sono i soldi di nessuno … basta rovesciarli nella
greppia e parte il ruminare.
Anche
quest’anno si è rinnovato il chiagni e fotti. Da una parte i grandi editori
cattivi (in procinto di fondersi per monopolizzare ancor di più il mercato),
tra cui la casa editrice del cattivissimo monopolista e puttaniere Silvio
Berlusconi; dall’altra gli autori, i creativi (gli artisti!!), i poveri randagi
che dal Berlusca (e da Marchionne e Della Valle) beccano il foraggio, ma non si
deve dire; su tutti, come detto, la cornucopia RAI-settore pubblico che inonda le
opposte legioni (editori e autori, destra e sinistra) con una festosa fiumana del
celebrato vinello di Pantalone: in arrivo una sfilza di accordi più o meno
palesi per le maggiori case editrici, nonché per i combattivi compagni lì
riuniti, ognuno con un contrattino che gli permetta di succhiare un po’ di
nettare pubblico (una comparsata, una rubrichetta, un’intervista, una ospitata,
una consulenza, una fiction, una sceneggiatura, un invito, un salamelecco a
spese dei contribuenti non si nega mai: le vacanze, infatti, costano, così come
il conto del dentista).
Fra Don
Camillo e Peppone, insomma, c’è corrispondenza d’amorosi sensi. Petting chiaro amicizia lunga. In Italia Capitale Privato (con aiuti pubblici) e Creatività (idem con patate) vanno a braccetto.
Allo
Strega, peraltro, ogni cricca era presente: apocalittici e integrati, contestatori e
conservatori, lealisti e rivoluzionari, reazionari e sessantottini, ognuno con
la tessera d’ordinanza del partito di riferimento a Mangiacitorio, quello che, alla
fin fine, sblocca fondi, sovvenzioni, borse di studio, prestazioni occasionali,
chiamate nominali, concorsi pilotati, appalti, giornaletti: sinistra-sinistra,
sinistra rosa pallido, sinistra al sanguinaccio, destro-sinistra, sinistra
responsabile, destra invidiosa, sinistra di governo, destra un po’ sinistra, libertari
alle vongole, liberali, cattolici, agnostici, gossippari. Alla fine la pagnotta
s’ha da guadagnare.
L’unica
vittima, alla serata di premiazione, era la letteratura; ancora una volta,
però, occorre dirlo: a qualcuno frega qualcosa della letteratura?
E così
il carrozzone tira avanti. Scolate le ultime bottiglie, i pattisti del Nazareno
riconquisteranno le posizioni da dove inscenare le parti teatrali ad uso dei
gonzi: i sinistri ricominceranno a tuonare contro i fascisti e i monopolisti, i
destri contro la sinistra che monopolizza la cultura italiana. Fra i due
contendenti, come detto, la generosa mano del soldo pubblico, vaselina
universale che lenisce le ferite di tali scariche di fucileria a salve: un
contrattino di qua, una defiscalizzazione di là, un premio inventato di sopra, una
cooptazione in qualche azienda pubblica di sotto, la direzione del giornale di
qui, la nomina all’ente di lì ... e son tutti felici, perché i talleri e i
copechi girano, e, in tal modo, perché negarlo?, la vita è dolce: si può girare
il mondo, comprare casette in Canadà, pagare l’amante e il cane, pubblicare
porcherie regolarmente, farsi intervistare come guru del nulla, presentare
l’ultimissima fatica, manco buona per incartare il salame, da Fabio Fazio … il
buccinatore maximo … chez Gramellini e Luciana Littizzetto … tutti a carico del
Saccoccione Nazionale … non sia mai che la dura legge del mercato invada le
stanze della cultura … anzi della Cultura … la Cultura non si assoggetta certo
alla brutalità del capitalismo … e neanche a quella dell’estetica, aggiungo io
… i risultati, decennio dopo decennio, son davvero grami, la gente fugge dalle
librerie a gambe levate, ma finché arriva il tallero cosa ci frega delle
vendite?
E lo
stesso accade per i grandi istituti di cultura, i musei, le fondazioni, il
teatro, il cinema … la greppia è immensa, ballano miliardi di euro … certo,
occorre recitare un pochino, come l’attore Roberto Saviano, che si preoccupa
del futuro monopolio Mondadori dopo che Mondadori l'ha fatto diventare milionario (“Il prossimo
Premio Strega lo faremo a Segrate!”) … ah, che birichino … ma questo è lo
scotto da pagare … bisogna fingere tali orgasmi frontisti … ogni tanto, mica sempre ... ogniqualvolta si va in fregola ... rivoluzionari a parole,
reazionari con l’Iban … funziona sempre, tanto a destra i libri non li comprano
e a sinistra c’è un inesauribile serbatoio di coglioni (Silvio Berlusconi dixit
… ma sì, il Silvio nazionale, sempre lui, editore, manco a dirlo, del fresco
vincitore dello Strega, Nicola Lagioia) …
Ma c’è
un rimedio? Certo, signora mia … e gli Italiani pare l’abbiano già trovato. Non
comprano più libri … l’uovo di Colombo, insomma.