mercoledì 11 luglio 2012

Ma che ci facciamo in Patagonia?

E se invece che per un libro Chatwin - nato in Inghilterra nel 1940 e morto a Nizza nell'89 - avesse scelto il suo titolo "Che ci faccio qui?" per un blog o per un sito web? Ma all'epoca della sua prematura scomparsa la rete era ancora una primizia, una scommessa e un trastullo per pochi e pochi erano quelli che potevano immaginare, un giorno, di usare internet e il computer per viaggiare in tutto il mondo senza salire su un aereo.
Lo scrittore, giornalista, archeologo e architetto Bruce Chatwin di aerei, navi, treni, ecc. ne ha presi molti nella sua vita, senza lamentarsi dei ritardi o del posto per i bagagli e se è vero che tutta questa passione per i viaggi e l'avventura nacque da un coriaceo pezzetto di pelle e peli rossicci appesi a un cartoncino sbiadito, allora ben vengano i sogni che emergono dal nostro passato. Non era "un pezzo di brontosauro", ma almeno la terra sperduta da cui veniva era proprio quella che lui aveva sognato ogni volta che vedeva la reliquia in casa della nonna: la Patagonia, ovvero la terra dei piedi grossi, nell'America del Sud, scoperta da Vespucci, Pigafetta e Magellano nel '500 e divisa nel 1881 tra Cile e Argentina. Una striscia di terra immensa, grande tre volte l'Italia ma con gli abitanti di Milano, una terra popolata da fiumi, deserti e ghiacciai, caratterizzata da una "calma primitiva, forse simile alla pace di Dio" (W. Hudson) e da un senso di inquietudine e di fascino inspiegabili, quasi una malia che conquista senza potersi opporre, nemmeno con la ferma razionalità dello scienziato naturalista.
"Sapete per cosa preghiamo qui? - gli chiede un colono all'avvio del suo viaggio sul limitare del Rio Negro, mentre guardano greggi di pecore brucare l'erba - Per un brutto inverno in Europa. Fa alzare il prezzo della lana". Forse è questo uno dei grandi segreti del libro - In Patagonia, Adelphi 1977 - che accosta dolcemente descrizioni dettagliate di paesaggi e lunghe storie di uomini sconosciuti, insieme al gusto letterario di rinvenire nomi, oggetti e relazioni appartenuti, per esempio, a Darwin, Verne o a Edgar Allan Poe.
GM