domenica 11 febbraio 2018

Uno sguardo sul laboratorio di traduzione di Monteverdelegge

Con  Marianne Boruch alla  John Cabot University  (17/ 03/2015)
Fiorenza Mormile 

Tra i vari laboratori di MVL operanti nella sede di Plautilla consideriamo qui quello di traduzione poetica, a cura di Fiorenza Mormile. Iniziato quasi per gioco nel 2011 in case private monteverdine si è rapidamente istituzionalizzato ed è al sesto anno di attività. I componenti (per lo più al femminile) cambiano e si ampliano nel tempo, ma c’è uno zoccolo duro di partecipanti assidue fin dagli esordi. La scommessa del laboratorio è quella di creare una traduzione condivisa, superando i limiti e le propensioni personali, in un esercizio di umiltà e  rinuncia alla propria cifra individuale in vista di un prodotto finale a firma collettiva. Lavorare in gruppo rafforza l’assunto che fa da stella polare al nostro lavoro di traduzione: “non si tratta di pronunciare la propria parola, ma di pronunciare la parola dell’altro”, moltiplicando il confronto tra le tante soluzioni possibili, allargando vedute e prospettive, approfondendo sfaccettature e risvolti del testo. Il che non implica peraltro la rinuncia a tradurre altri testi in proprio, ma anzi l’acquisizione di una maggiore consapevolezza del proprio modus operandi.


Concordati i testi da tradurre negli incontri a cadenza quindicinale ogni partecipante presenta la propria traduzione integrale del testo assegnato. Si confrontano poi passo per passo le varie soluzioni optando per quella che la maggioranza reputa la migliore, dopo discussioni articolate ed accese. Si lavora a lungo per comporre e armonizzare il risultato, ritornandoci su innumerevoli volte per limarlo e migliorarlo sotto i molteplici aspetti del significante: timbrico, ritmico, di registro e così via.   
Il nostro lavoro ha portato finora alla pubblicazione di due autori statunitensi: Eleanor Wilner, Tutto ricomincia a cura di Fiorenza Mormile, Gattomerlino editore, Roma, 2016 (traduzione di M. A. Basile, A. M. Rava, A. M. Robustelli, P. Splendore, J. Wilkinson) e Philip Schultz, Erranti senza ali, a cura di Paola Splendore, Donzelli editore, Roma, 2016 (traduzione di M. A. Basile, Fiorenza Mormile, A. M. Rava. A. M. Robustelli, Paola Splendore), presentato al Festivaletteratura Mantova 2016 e vincitore del Premio per la traduzione Morlupo Città della Poesia dello stesso anno.        
Altri autori cui ci siamo dedicate sono: Stevie Smith, Marianne Boruch, Jo Shapcott, Sujata Bhatt, Cynthia Zarin, Denise Levertov, Kaveh Akbar e Susan Bradley. Presso la John Cabot University of Rome  abbiamo avuto occasione di leggere nostre traduzioni in occasione di reading di poeti in visita. 
Nostri lavori sono apparsi su “Gradiva”, “Atelier Poesia”, “Mosaici” e sono di prossima uscita su “Poesia”. 
Per problemi prevalentemente tecnici non tutto è stato finora incluso nella pagina statica del laboratorio: la stiamo riorganizzando per completare la documentazione dei vari anni di attività  e migliorarne la leggibilità. 
Il programma di quest’anno parte dall’opera di due poetesse native americane: Joy Harjo e Natalie Diaz. Appartenenti a due diverse generazioni danno diversamente voce all’emarginazione, al disagio e al risentimento delle rispettive comunità, nell’intento di recuperarne e salvaguardarne i valori fondanti.
Ricordiamo qui che gli incontri si tengono ogni due martedì dalle 16:30 alle 19. Vi aspettiamo…



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