sabato 24 febbraio 2018

I VIDEO del secondo incontro della rassegna La poesia è un'intelligenza, Editi/Inediti 2018

Monteverdelegge presenta La poesia è un'intelligenza, Editi/Inediti 2018, rassegna a cura di Maria Teresa Carbone con la collaborazione di Marco Giovenale.
I tre video documentano il secondo incontro, che si è svolto presso il Circolo delle Quinte il 17 febbraio 2018 e al quale hanno partecipato  Lidia Riviello e Sara Ventroni. La lettura di testi editi e inediti si è alternata a una conversazione con Marco Giovenale, Gilda Policastro e Andrea Cortellessa sui nodi cruciali della loro  poesia.
Il prossimo e ultimo appuntamento, con Carlo Bordini e Marco Giovenale si terrà il 17 marzo, ore 18.00, al Circolo delle Quinte. 
prima parte 

seconda parte 

sabato 17 febbraio 2018

INVITO ALLA LETTURA: "Anche noi l'America" di Cristina Henriquez


Maria Vayola

Il titolo originale è The book of Unknown Americans, ma, come ci dice il traduttore in una postfazione, è stato felicemente cambiato in Anche noi l'America prendendo spunto da una poesia del poeta africano americano Langston Hughes: I, too ( I,too, sing America....I, too, am America).
La mancanza del predicato verbale - dice sempre Serrai -  lascia liberi di inserire il verbo che si preferisce associare a questo strano, eterno esperimento di paese.

Il libro tratta dell'immigrazione dal Messico verso gli Stati Uniti sia di messicani che di altre popolazioni dell'America del sud per sfuggire a situazioni di povertà, disagio e pericolo personale.
E' una narrazione corale suddivisa in capitoli intitolati a singoli personaggi.
Quelli che hanno più voce sono i protagonisti di due famiglie, una proveniente dal Messico per assicurare migliori cure alla figlia adolescente reduce da un incidente che le ha procurato danni mentali e l'altra emigrata da Panama quindici anni prima con due figli di cui uno, Mayor, adolescente. Tra gli adulti, sopratutto tra le due donne, nasce una profonda amicizia, fatta di  comprensione e solidarietà, e tra i loro figli una tenera relazione che ridarà il sorriso alla ragazza, Maribel, che si sentirà accettata per quello che è mentre intorno a lei si crea un certa diffidenza per la sua difficoltà di inserirsi nella normale quotidianità; le attenzioni di cui ha bisogno necessitano di una scuola di sostegno e la sua capacità di relazionarsi con gli altri e la realtà circostante è inficiata dai danni subiti a seguito dell'incidente.
Tutti abitano nella stessa zona in un paese del Delaware insieme ad altri immigrati, che, pur provenendo da luoghi diversi, cercano di fare comunità tra di loro. Sono alcuni di questi che, con le loro storie, compongono altri capitoli del libro dando un respiro più ampio alla narrazione e più completezza alla definizione del fenomeno della migrazione interna al continente americano, fenomeno tragico, quanto attuale, che ha origine dall'espansione statunitense nei territori messicani di metà '800 e continua con l'ingerenza degli USA negli stati del centro e sud America negli anni a seguire.

giovedì 15 febbraio 2018

La poesia è un'intelligenza, Editi/Inediti 2018, con Lidia Riviello e Sara Ventroni al Circolo delle Quinte

Lidia Riviello (a sinistra) e Sara Ventroni in due scatti di Dino Ignani
Lidia Riviello e Sara Ventroni sono le protagoniste del secondo incontro della rassegna La poesia è un’intelligenza. Il titolo di questo breve ciclo, che è cominciato a gennaio con il confronto tra Nanni Balestrini e Guido Mazzoni, e che si chiuderà il 17 marzo (in scena Carlo Bordini e Marco Giovenale) è preso dagli Écrits poétiques di Christophe Tarkos. È probabile che alla frase Tarkos attribuisse una valenza ironica, di quella ironia però che, proprio perché tale, non si esime dal dubitare di se stessa. Da questo dubbio sottinteso e dalle domande che ne derivano – cosa è oggi la poesia? qual è il suo ruolo? a chi parla? – è nata l'idea di un breve ciclo di incontri, nei quali autori diversi per età, postura e stile, e insieme affini nella tensione verso la ricerca, si confrontano. La lettura incrociata di testi editi e inediti è la base per una conversazione su alcuni nodi cruciali della poesia contemporanea: scrittura e sonorità, diffusione e valenza, cesura con il passato, rapporto con altri ambiti linguistici, sconfinamenti di genere.

La poesia è un’intelligenza.
Editi/Inediti 2018
Secondo incontro, sabato 17 febbraio, alle ore 18:00
letture di (e conversazione con)
Lidia Riviello e Sara Ventroni

INGRESSO LIBERO
necessaria la prenotazione, scrivendo a:
laura.urbani25 [at] gmail.com

domenica 11 febbraio 2018

Uno sguardo sul laboratorio di traduzione di Monteverdelegge

Con  Marianne Boruch alla  John Cabot University  (17/ 03/2015)
Fiorenza Mormile 

Tra i vari laboratori di MVL operanti nella sede di Plautilla consideriamo qui quello di traduzione poetica, a cura di Fiorenza Mormile. Iniziato quasi per gioco nel 2011 in case private monteverdine si è rapidamente istituzionalizzato ed è al sesto anno di attività. I componenti (per lo più al femminile) cambiano e si ampliano nel tempo, ma c’è uno zoccolo duro di partecipanti assidue fin dagli esordi. La scommessa del laboratorio è quella di creare una traduzione condivisa, superando i limiti e le propensioni personali, in un esercizio di umiltà e  rinuncia alla propria cifra individuale in vista di un prodotto finale a firma collettiva. Lavorare in gruppo rafforza l’assunto che fa da stella polare al nostro lavoro di traduzione: “non si tratta di pronunciare la propria parola, ma di pronunciare la parola dell’altro”, moltiplicando il confronto tra le tante soluzioni possibili, allargando vedute e prospettive, approfondendo sfaccettature e risvolti del testo. Il che non implica peraltro la rinuncia a tradurre altri testi in proprio, ma anzi l’acquisizione di una maggiore consapevolezza del proprio modus operandi.

sabato 10 febbraio 2018

"Meccanica celeste" di Domenico Dara. Oggi l'autore dai Trapezisti






 Maria Teresa Carbone

La prima chiave per leggere gli Appunti di meccanica celeste, secondo romanzo di Domenico Dara (dopo il Breve trattato sulle coincidenze, finalista al Calvino e poi insignito di vari riconoscimenti, fra cui il premio Corrado Alvaro), ce la dà l'autore stesso con l'esergo, prima ancora che il testo cominci. Due sono le citazioni che Dara ha scelto di mettere in capo al suo libro, a mo' di segnali per il percorso che il lettore sta per intraprendere. La prima proviene dal Faust di Fernando Pessoa, quando lo scrittore portoghese scrive che “il mistero supremo dell'Universo, l'unico mistero, tutto in tutto, è che ci sia un mistero nell'universo, qualche cosa, è che ci sia l'essere”. La seconda è firmata da un poeta, Francesco Zaccone, scomparso l'anno scorso e pressoché sconosciuto fuori dai confini della Calabria, ma sicuramente noto e caro a Dara, per avere dedicato i suoi versi in dialetto al paese dove sono ambientate le trame del Breve trattato e di questi Appunti, e che di queste trame non è solo fondale, ma protagonista, Girifalco.
Angeli simu è il titolo della poesia di Zaccone citata da Dara, due soli versi: “Angeli simu de mortala crita / ma fumma fatti per l'eternità” (“Angeli siamo di mortale creta / ma fummo fatti per l'eternità”). Da un lato il mistero dell'universo che coincide con l'universo stesso, così come lo ha visto l'autore forse più misterioso del Novecento (e non a caso Tabucchi ha notato che il Faust di Pessoa, abbandonati gli ideali della Conoscenza e del Progresso, canta “l'inanità della vita, l'impossibilità di conoscere”). Dall'altro, la continua tensione fra la povertà della nostra materia e la grandezza delle nostre aspirazioni.

martedì 6 febbraio 2018

Giovedi 8 febbraio alle ore 17 da Plautilla: AUTOSCONTRINI, gioco a premi condotto da Antonella Sbrilli

Autoscontrini
Li ritroviamo in tasca, in fondo alla borsa, in un cassetto, tra le pagine di un libro; scoloriti, stropicciati, eppure ancora leggibili: si vede il nome del negozio, la data, il totale pagato, il resto ricevuto, la partita IVA, qualche volta anche una frase di saluto, “Arrivederci e grazie”, “Qualità e cortesia”, “Stare insieme in allegria e simpatia”.
Sono gli scontrini: se mettessimo in fila tutti quelli che ci sono passati per le mani - foglietti con il bordo frastagliato, nastri lunghi della spesa al supermercato -  copriremmo chilometri, tappezzeremmo stanze intere.
Gli scontrini conservano senza saperlo il diario delle nostre giornate, raccontano le storie di chioschi e negozi, e innescano - con i nomi, i numeri, i segni che vi sono tracciati - giochi inaspettati.
Giovedì pomeriggio, proviamo a guardarne qualcuno da vicino e a giocare insieme con questi piccoli incontri e riscontri di vita quotidiana.

giovedì 8 febbraio, h. 17, Plautilla,  Autoscontrini, gioco condotto da Antonella Sbrilli

sabato 3 febbraio 2018

Gruppo di lettura: La Morte di Ivan Il'ic di L.N.Tolstoj




Maria Vayola

Nella mole narrativa di Tolstoj, La morte di Ivan Il'ic  si incastona come un gioiello in miniatura, costruito con materiale prezioso e in una forma magistrale.

"La storia della vita di Ivan Il'ic era la più semplice, la più comune, la più terribile". Così inizia il secondo capitolo del lungo racconto di Tolstoj. Nel primo, cronologicamente successivo a tutti gli altri, la morte di Ivan è già avvenuta, e all'interno del Palazzo di Giustizia, regno professionale di Il'ic, un suo collega ne legge notizia da un quotidiano e la rende nota agli altri presenti. E' in questo capitolo che l'ambiente di lavoro e anche familiare del protagonista viene delineato con scanzonato cinismo e una giusta dose di ironia: "tutti gli volevano bene" ma tutti traducono la morte di Il'ic e, quindi, il posto da lui lasciato vacante, in potenziali vantaggi professionali e tutti, dopo un primo attimo di costernazione, tirano un sospiro di sollievo perché l'evento non è accaduto a loro ma a un altro e iniziano a percepire il fastidio delle ritualità sociali che una tale situazione si porta dietro, il disturbo che arreca al normale svolgimento della loro quotidianità; persino la moglie si preoccupa, prima ancora della sepoltura, di come sfruttare al massimo, economicamente, la morte del marito.
Tolstoj, da subito ci apre il velo dell'ipocrisia per lasciarci entrare nei più reconditi pensieri dei personaggi, modalità stilistica che userà anche nella descrizione della vita e della morte dello stesso Il'ic, rendendo la percezione del narrato così incisiva da farci cogliere le sensazioni del protagonista in modo diretto quasi annullando l'opera di mediazione dello scrittore.

Ivan, figlio di un burocrate con un impiego fittizio il cui unico scopo è percepire uno stipendio a cui non corrisponde un effettiva attività lavorativa,  intraprende gli studi di giurisprudenza e poi la carriera nello stesso ambito istituzionale. "...intelligente, vivace, simpatico, ammodo" così risultava durante gli studi ma anche dopo come funzionario statale: " una persona capace, gioviale e socievole, ma che seguiva coscienziosamente tutto quello che riteneva suo dovere; ed egli riteneva suo dovere tutto quello che era considerato tale dalle persone altolocate......sin dagli anni più giovanili si era manifestata in lui un'irresistibile attrazione, pari a quella delle mosche per la luce, verso la persone più altolocate della società: aveva cercato di appropriarsi delle loro maniere e delle loro idee e di stringere con loro relazioni amichevoli".
"Altolocate" una delle parole insieme a "piacevolezza e decoro" che ricorrono più spesso e quasi scandiscono l'esistenza di Ivan, intorno ad esse egli organizza la propria vita: il lavoro, le relazioni sociali, il matrimonio, il suo stesso pensiero.
Questa artificiosa costruzione rende la sua vita priva di autentici rapporti relazionali a tutti i livelli, inaridisce i suoi sentimenti verso gli altri e quelli degli altri verso di lui, le sue scelte non sono animate da profonda e sincera consapevolezza di sé ma da una preordinata aderenza a schemi convenzionali.
Ma di questo non si renderà conto fino a quando la malattia non lo metterà di fronte al tragico preannunciarsi della sua fine.