martedì 30 dicembre 2014

Di chi è questa poesia?

G. Luca Chiovelli

Di chi è questa poesia?
O meglio: a quale poesia appartiene questo verso:

La prima notte di quiete

La prima notte di quiete ... è il titolo del film omonimo di Valerio Zurlini, uscito nel 1972. Interpreti: Alain Delon, Lea Massari, Giancarlo Giannini, Alida Valli, Renato Salvatori, Salvo Randone e una bellissima, ventenne, Sonia Petrovna.
A tre quarti del film Giannini (interpreta un vitellone riminese, Spider) scopre un libretto di poesie composto dal protagonista, il professor Daniele Dominici (Delon); il libretto è titolato, appunto, La prima notte di quiete.
Una notte che simboleggia la morte. 
"Perché la morte è la prima notte di quiete?" domanda Spider.
"Perché finalmente si dorme senza sogni" risponde Dominici.
In un'intervista del 1977 il critico francese Jean A.Gili domanda a Zurlini:
"Da dove viene il titolo del film?"
E lui: "Un verso di Goethe. Tradotto dice pressappoco: 'La morte, la prima notte di pace'".
Già, ma da quale lirica proviene tale verso di Goethe?
Tutta la pletora di critici, studiosi, detrattori, cineasti e cinefili si sono sempre accontentati di tale risposta.
Dopo quarantadue anni a nessuno dei suddetti è sorto l'interesse, il desiderio erudito, la curiosità o lo scrupolo filologico di controllare in quale poesia del vate germanico sia incastonato tale verso ... per carità, inutile sperare. Gli intellettuali italiani hanno l'ansia di conoscenza di un gatto morto ... d'altra parte: 42 anni, non vorrei mettergli fretta ... o infierire: il film di Zurlini (e Zurlini stesso) sono una Caporetto della valutazione critica ... il film, nonostante il successo di pubblico, fu sminuito, sbeffeggiato, quasi ridicolizzato ... oggi, passati gli eroici furori della stroncatura mentula canis, sta assumendo i netti contorni di un capolavoro. Del film ne riparleremo.
Sul verso chiedo il vostro aiuto.
Io, per me, ho tre opzioni:
1. Il verso è di Goethe (ma non si riesce a trovarne la fonte)
2. Il verso non è di Goethe (e Zurlini, uomo colto, ci ha ingannati)
3. Il verso è di Goethe, ma non letterale. Forse è il sunto concettuale (zurliniano) di una lirica che abbiamo già esaminato, Il canto notturno del viandante:

Su tutte le vette
è pace;
In tutte le cime degli alberi
Senti un alito
Appena;
Gli uccelli son muti nel bosco.
Attendi ora. Presto
Avrai pace anche tu. 

Un notturno silente che è la prefigurazione della morte quale pace assoluta, beatificante.
Una soluzione, questa, che vedo con immenso favore.
Per quanto riguarda la risposta di Dominici (La morte è quiete poiché è il primo sonno senza sogni), qui non ho dubbi.
Questo è Socrate, come ce lo tramanda Platone nella celeberrima Apologia:

"Se [la morte] è un precipitare nel nulla e un cessare di ogni sensazione, quasi come un sonno in cui nulla si vede, neppure il sogno, gran guadagno allora è la morte. Se si considera infatti una di quelle notti in cuisi è dormito profondamente senza nulla vedere, neanche lo stesso sogno, e si raffronta alle altre notti e giorni della propria vita e si dovesse decidere, dopo aver riflettuto, per stabilire quante notti e giorni si sono vissuti meglio e più dolcemente di quella, immagino che non solo l’uomo comune, ma lo stesso grande Re in persona, troverebbe queste ben poco numerose rispetto alle altre. Se tale dunque è la morte, gran guadagno essa è, perché allora l’infinito tempo è una sola e unica  notte".

Una sola e unica notte ... un sentire lucreziano, quindi catulliano (ma quando muore il nostro breve giorno/una notte infinita dormiremo). Anche Catullo già esaminato, in due parti, qui e qui ...
Nel film di Zurlini i rimandi colti, peraltro, sono numerosi (Stendhal, Dante, Piero della Francesca, Shakespeare).
Questo è un piccolo enigma, forse risolto, forse no.
Fatemi sapere, confido in voi.

5 commenti:

  1. io di Goethe, musicata da Schubert, ho trovato questa, il tema e un verso si avvicinano molto al titolo/tema del film, trovato solo una non bella traduzione che non aggiungo - faccio notare che qui "neppure la notte mi consola perché arrivano i sogni" e il "sarei già morta" finale Über Tal und Fluß getragen,
    Ziehet rein der Sonne Wagen.
    Ach, sie regt in ihrem Lauf,
    So wie deine, meine Schmerzen,
    Tief im Herzen,
    Immer morgens wieder auf.

    Kaum will mir die Nacht noch frommen,
    Denn die Träume selber kommen
    Nun in trauriger Gestalt,
    Und ich fühle dieser Schmerzen,
    Still im Herzen
    Heimlich bildende Gewalt.

    Schon seit manchen schönen Jahren
    Seh ich unten Schiffe fahren,
    Jedes kommt an seinen Ort;
    Aber ach, die steten Schmerzen,
    Fest im Herzen,
    Schwimmen nicht im Strome fort.

    Schön in Kleidern muß ich kommen,
    Aus dem Schrank sind sie genommen,
    Weil es heute Festtag ist;
    Niemand ahnet, daß von Schmerzen
    Herz im Herzen
    Grimmig mir zerrissen ist.

    Heimlich muß ich immer weinen,
    Aber freundlich kann ich scheinen
    Und sogar gesund und rot;
    Wären tödlich diese Schmerzen
    Meinem Herzen,
    Ach, schon lange wär ich tot.

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  2. e invece no! continuando a cercare sulla scia della musica ho trovato Heine, che scrive preciso, probabilmente ispirato da Goethe :

    "Der Tod das ist die kühle Nacht,
    Das Leben ist der schwüle Tag.
    Es dunkelt schon, mich schläfert,
    Der Tag hat mich müd gemacht.

    Über mein Bett erhebt sich ein Baum,
    Drin singt die junge Nachtigall;
    Sie singt von lauter Liebe,
    Ich hör es sogar im Traum."

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    1. Sono suggerimenti molto interessanti.
      La ringrazio.
      G. Luca Chiovelli

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    2. Grazie a lei! Ho stentato a riscrivere ma durante la ricerca sono arrivata a questo : Borges cita in "Storia dell'eternità" il verso di Wilhelm Klemm " la morte è la prima notte tranquilla ". Per quanto anche Borges potrebbe averci "mentito", non l'ho ritrovato in tedesco sul web. E' però la cosa più vicina al Zurlini che ho trovato, ed è verosimile che abbia letto quel libro. Un saluto. Silvia Molesini

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    3. Ha fatto un gran lavoro.
      Ho controllato le tre raccolte di versi di Klemm su archive.org, ma non ho trovato traccia del verso.
      C'è anche questo da dire che l'altra citazione borgesiana su Klemm (Affe des Todes=Scimmia della morte) sembra inesatta; scimmia della morte è una citazione dal Cimbelino di Shakespeare: "Oh Sleep thou ape of Death".
      Non so cosa pensare, ma la citazione da Lei scovata lascia ben sperare.
      Uno tra Zurlini e Borges, comunque, ha preso una topica.

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