sabato 1 novembre 2014

La poesia della domenica - William Wordsworth, Erravo solitario come una nuvola

Emilio Cecchi: "La celebrazione della magnificenza naturale, s'increspa verso l'atto della riflessione con una gaiezza mistica espressa in forme di mirabile delicatezza ... [vi è] un primo momento [in cui] si celebra la ricchezza e il meraviglioso del mondo visibile, un secondo momento in cui davanti all'armonia naturale nasce il senso dell'armonia etica, un terzo infine nel quale, attraverso la poesia, la vita etica si riflette e si ripiega sulla vita storica, oggettiva".
L'occasione per la composizione della poesia fu data da una lunga passeggiata che l'autore fece, assieme alla sorella Dorothy, presso le rive del lago Ullswater, fitto d'una colonia di asfodeli dorati.
Il primo verso della lirica, una delle più celebri della poesia anglosassone, verrà ripreso dai Genesis nella canzone The colony of Slippermen, dall'album The lamb lies down on Broadway.


Erravo solitario come una nuvola
Che fluttua alta sopra valli e colline,
Quando a un tratto vidi una folla,
Una schiera di dorati narcisi;
Lungo il lago, sotto gli alberi,
Che ondeggiavano danzando nella brezza.
Fitti come le stelle che brillano
E sfavillano nella Via Lattea,
Si stendevano in una linea infinita
Lungo il margine d'una baia:
Diecimila ne vidi d’improvviso
Scuotendo le loro teste in una danza vivace.
Le onde accanto a loro danzavano ma loro
Sorpassavano le scintillanti onde in allegria;
Un poeta non poteva che esser felice,
In una così felice compagnia.
Ammiravo – e ammiravo – ma pensai poco
Al benessere che la scena m'aveva recato:
Spesso, infatti, quando me ne sto disteso
Con umore pensoso e ozioso,
Essi balenano a quell’occhio interiore
Che è la felicità della solitudine,
E allora il mio cuore si colma di piacere,
E danza assieme ai narcisi.

Nessun commento:

Posta un commento