mercoledì 11 giugno 2014

Chiudete le biblioteche. Subito: sono cessi per barboni

Gian Luca Chiovelli

E fanno polvere. Acari.

Chris Griffin: "Cos'è una biblioteca, papone?".
Peter Griffin: "È un posto dove i senzatetto vanno per farsi la barba e andare di corpo".

Un mio conoscente (che dorme poco e, perciò, non russa, né, tantomeno, ronfa) mi gira il link di un articolo del 2012.
Gettate un'occhiatina: eccolo qua, è da leggere.
Una serie di perdibili considerazioni sulla morte della cultura umanistica.
Signora mia, che tempi! L'arte, la storia, la filosofia, le lingue antiche, tutto a ramengo! E la politica! I nostri ragazzi se ne impipano di tutto, i professori divengono afoni per la depressione ... E pure la musica! Manco Bob Dylan ascoltano più! La musica: Verdi, Bach, Donizetti ...
Il fascino della moseca

Vi rendete conto? Pure la moseca! La moseca!
Ricordate Totò a colori?
Antonio Scannagatti, compositore dodecafonico, vive a scrocco in casa della sorella, nella ridente Caianiello. Ogni mattina ricerca l'ispirazione: nella natura, ad esempio: apre la finestra e il cinguettio dei pennuti lo empie d'entusiasmo: tenta, perciò, i tasti del pianoforte: ti ti ti ti ... ta ta ta ta ... ting tang ting ... cercando d'imitare gl'impareggiabili gorgheggi ... è sulla strada buona ... lo spartito s'infittisce di simboli ... diesis, semibiscrome ... finché il rumore dello sciacquone (azionato dal cognato) rompe l'incantesimo e capitombola il Nostro nella mediocrità del quotidiano. "In questa casa non si può comporre!", ruggisce il Cigno di Caianiello. Dopo una serie di alterne vicende, il Maestro si decide: partirà per Milano onde sottoporre il proprio genio compositivo all'editore Tiscordi ... perché di una cosa Scannagatti è sicuro: lui è un genio, un genio della moseca (la moseca con la 'o' maiuscola) e, prima o poi, qualcuno se ne accorgerà. Checché.

La moseca non la studiano più a scuola, non gliene frega più niente. La studiano, ma anche no. Pure della storia se ne fregano. La studiano, ma, di fatto, non la studiano. E l'arte: la studiano, come no? Eppure no. E così il resto.


Ti à piaciato?
Dopo una serie di alterne vicende: vi à piaciato l'espressione?

Un mio compagno di liceo (a cui, come me, piaceva la moseca: la moseca rock) durante le interrogazioni di storia partiva, di solito, in tromba: Garibaldi, i preparativi, Carboneria, Massoneria, l'ombra dell'aiuto inglese, lo sbarco a Marsala ... Poi si arenava un pochino ... un vuoto nella preparazione ... lo soccorreva inevitabile l'espressione: "Dopo una serie di alterne vicende" ... così ... bla bla bla ... Calatifimi ... e, dopo una serie di alterne vicende, ... bla bla bla ... Garibaldi era giá a Teano col re.
Assieme al re. Dopo una serie di alterne vicende.

Uno dei comandanti militari dei Mille era Giacinto Carini, nota via di Roma.

L'articolista snocciola ancora i capisaldi dell'educazione umanistica. E noi li risnoccialiamo con lui: arte, storia, filosofia, greco, latino, politica, moseca ...
Il tizio piagnucola agrodolce sulla morte dell'umanismo, si lamenta (ma non troppo), presenta insegnanti con l'occhio umido, piccole catastrofi, poi chiude quasi speranzoso, così:

"Non è detto che questo dichiarato disinteresse per la tradizione sia una pura sciagura. Il mondo cambia di continuo, a volte lentamente, per passaggi quasi impercettibili, a volte in modo brusco, in una sola stagione, in un minuto. I nostri ragazzi leggono altri libri, ascoltano altra musica, amano e odiano in un altro modo, ragionano seguendo strade invisibili, e noi adulti non dobbiamo solo rimproverarli perché non conoscono Cechov o Debussy, Pasolini o Bob Dylan. Dobbiamo invece assolutamente capire dove stanno andando ..."

Non c'è bisogno che si sforzi, caro Lei. Glielo dico io dove stanno andando: a chiudersi i ceppi su polsi e caviglie. Come servi.
Ma questo l'articolaro non ve lo dirà mai.
Perché, come la quasi totalità degli intellettuali italiani, in fondo se ne impipa di queste cose qua. O forse non le capisce. Non ci arriva.
Se ci arrivasse, però, se ne impiperebbe. Di nuovo.
Tre possibilità: o non gliene frega niente, o non ci arriva, o ci arriva e non gliene frega niente.


La serva serve
Essere servi può essere piacevole; c'è bisogno di personale. E poi: la serva serve.

All'intellettuale italiano (in generale, non parlo dell'articolaro) piace fare l'intellettuale italiano.
Piagne, batte i piedi, si dispera, sbraita, ma insomma ... gli piace.
Come i criceti ... Poveri criceti, in gabbia ... sempre a girare come forsennati nella ruota ... tutti a credere che la ruota dei criceti fosse una tortura ... invece pare che si divertano un mondo ... D'altra parte come non invidiarli, i criceti.
Pappa servita, e gratis, giretto sulla ruota, e, nei ritagli, una scopatina, per tener fede al mito della prolificità.
Cibo, svago e sesso.
Il mondo degli intellettuali italici è così ... Si riuniscono fra di loro, si lamentano, aspettano la sovvenzione, pappano happy hour, intasano ristorantini etnici, girano la ruota (articolo libro lezione allocuzione), rimorchiano endogamicamente, piangono sulla spalla, mordono i concorrenti (ma con cautela), s'indignano, goliardeggiano, progettano ferie ...
Le ferie sono importanti.
All'estero: le ferie all'estero. A Capocotta no.
Di ciò di cui si occupano gliene importa poco, come detto.
Lo dico meglio: ciò di cui si occupano non ha riflessi sulla loro vita vissuta. No.
La notte ronfano tutti saporitamente.
Niente sbocchi di bile. Non hanno fegato: che bile vuoi strappargli?
A differenza dei criceti disprezzano i non intellettuali ... L'outcast, vade retro! Mai! Come mettere un guppy in un acquario di pesci rossi ... I pesci rossi ... ma sì, quelli da fiera ... tre palle un soldo ... i pesci rossi sembrano inoffensivi, ma provate a metterli con un guppy ... due minuti e rimane la lisca.

Ripetiamo la litania: arte, storia, filosofia, greco, latino, politica, moseca ...
Il minimo comun denominatore lo si capisce qual è?
È facile ... uno sforzetto ...
Va bene, ve lo dico io: il passato.
Ecco: non si sta estinguendo la cultura umanistica, ma il passato.
Capito?
Niente passato, niente futuro. Solo presente: eterno.
Qui, adesso, maledetto, subito.
Generazioni del qui e ora.
Se ne fregano delle arti, del greco, del latino, della moseca.
Finalmente generazioni inoffensive. Libertarie. Rispettose. Corrette. Plasmabili a piacimento. A cui piace il nero, il bianco, il verde.
Tanto, senza passato con cui fare confronti, l'uno vale l'altro.
Verde! E verde sia: verde pisello, verde pastello, verde bosco, verde verde, verde speranza, verde Irlanda, verde oliva.


Ma perché? Ma perché?
Il passato consunto, sbiadito, inconoscibile, incomprensibile.
Queste sono le fiches sul piatto.
Tutto il gruzzolo ci stiamo giocando.
Ma si continua a non capire ...
A vergare articoletti ... piagnistei, appelli ... appelli per la non chiusura delle biblioteche ... di Roma o d'Italia ... la morte della cultura umanistica ... La moseca!
E poi il piatto forte intellettualoide: perché gli italiani non leggono?
Perchè?
"È questo che ci addolora ... questa ostinazione a non voler capire ... Ma perché? ... Ma perché?", disperava il fascista di Amarcord mentre somministravano l'olio di ricino al padre del protagonista.

Appelli per le biblioteche ... Ma sono spacciate, dai ... prima o poi ...
Non chiuderanno subito ... per carità ... lo faranno allo stesso modo di sempre: un po' alla volta e tutto insieme, come sentenzia un personaggio di Hemingway.
Con procedura vaselineggiante, aggiungo io ...


Tina Lagostena Bassi
Vaselineggiante ... Un termine usato da un avvocato per timbrare negativamente le tirate di Tina Lagostena Bassi in un processo per stupro ...
Processo per stupro (il film, cronaca del processo vero e proprio) venne mandato in onda dalla RAI il 26 aprile 1979 ...
Ogni tanto fa capolino su Rai Tre ... A notte fonda, ovvio, altrimenti la gente se lo guarda ... e questo non è bene ...
Un documento storico ... storico ...
Andate a compulsare gli antefatti su Wikipedia.

Vedete quante cose ricordo ...
La storia, il passato ...
Ve lo confido: è il presente, e solo il presente, a non esistere ... se non come riflesso trascurabile del passato ... ma, eliminato il passato, cosa rimane? Niente.

Il potere vuole renderlo eterno il presente ... il nulla.
E ci riuscirà, se il trend si conferma così irresistibile.
D'altra parte: dov'è il contropotere?
Quattro fregnoni, pardon, frignoni ...
Continuate con gli appelli, mi raccomando ...

"Se io avessi dieci divisioni di questi uomini, i nostri problemi qui si risolverebbero molto rapidamente. Bisogna avere uomini con un senso morale ..." dichiara Brando/Kurtz a un allibito Sheen/Willard ...
Uomini che non si piegano, che preferiscono crepare piuttosto che smentire se stessi ... avercene ... Basterebbero una dozzina.

Ronfare ... un bel vocabolo: dal francese antico ronchier.
Non ricco di passato come ronzare: dall'alto tedesco rûnzer … dalla stessa radice onomatopeica del latino rumor, rumore ... rumor, come il vicentino Mariano Rumor (1915-1990), cinque volte Presidente del Consiglio fra Sessanta e Settanta ...
Ve lo ricordate? Macché ... perso nelle nebbie del passato come Assurbanipal o Sofonisba o Carneade ...

Ronfare non si usa più ... Si usa: russare, al massimo ... ma non è la stessa cosa: non lo stesso suono, non il medesimo rumor.
Meno parole si usano più si è controllabili ...
Cancellare una parola è oscurare una parte di universo.
E di conoscenza.

Decenni a meditare Orwell e ora che si avvera che fanno? Ronfano.

On entend çà et là les cuisines siffler,
Les théâtres glapir, les orchestres ronfler ...


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