venerdì 4 aprile 2014

La libreria più "off" di Roma (anzi, d'Italia)

G. Luca Chiovelli

Angelo Dragone, Circonvallazione Trionfale 43. Quarantacinque anni di libreria dell’usato. “Dal 1969” dice. “Nel 1968 ho finito il servizio militare. Fa un po’ tu i conti”.
Non dimostra la sua età, anzi. Magro, irridente, romano e romanista.
I manifesti di Bruno Conti, Falcaõ e Agostino Di Bartolomei vigilano dai pochi centrimetri di parete non coperti dalle migliaia di libri. Decine di migliaia. Cataste. Caterve di libri. Oceani di libri.
Angelo Dragone è, innanzitutto, la negazione di ogni scaffalatura traslucida, dei cotillons da libreria benestante; è la disfatta del nichilismo da archivio, della sistematicità commerciale, dei pagamenti bancomat; la ripulsa delle pile ordinate di tomi, dei database, dei volti sorridenti da best seller; degli angoli netti, dei ripiani odorosi di detergente chimico.
Qui i libri vengono barattati vorticosamente; sistemati con lanci da discobolo; irrisi e sbeffeggiati.
Al decimillesimo arrivo di un Camilleri azzurrino-Sellerio il Nostro sghignazza con spietato sarcasmo bottegaio. I libri regalano il pane, e vengono trattati per quello che sono: pezzi di carta che danno il pane. Ma quale sentimentalismo! Moccia, Erica Jong, Camilleri e Stendhal per lui pari son: dopo quasi mezzo secolo di mercimonio cartario neanche l’arrivo in negozio di un'edizione aldina potrebbe scuotere il Cerbero di Prati.
Ecco la morale: volete leggere? Accomodatevi. 
 
Una dèpendance esterna.
Uno dei migliori telefilm di Channel 4: Black books. Una libreria gestita da un irlandese alcolizzato, tabagista e nemico della clientela; a fianco una libreria ultramoderna e piacionica, fitta di commessi untuosi che circonvengono il cliente offrendo caffè gratis e consulenze a trentadue denti.
Dylan Moran e Angelo Dragone: fratelli a distanza.
Inutile frugare; l'ordine c'è, ma piuttosto lasco. Occorre chiedere: la memoria è lui. Lui ricorda tutto, anche le piccole transazioni di qualche anno fa. "Te servono più i Maestri del Colore?" mi fa. E io: "Li collezionavo dieci anni fa ...". "E i Classici dell'Arte li fai ancora?". Roba di dieci, quindici anni fa. Come faccia a ricordarsene è un mistero vero.
Nel portafoglio una serie di foglietti, appunti, liste, carte scarabocchiate, ghirigori: i desiderata dei clienti. Richieste a volte folli: "Questo me chiede La città della gioia, ma, per carità, solo l'edizione del 2005 ... Solo quella! Ma come se può ... ".
Un caso unico in Italia: pagamenti e contrattazioni avvengono fuori del negozio, causa spazio.
Bastano due o tre clienti contemporanei per creare l'effetto cabina Fratelli Marx: gente che si divincola, che ritira il ventre per far passare gli altri, che indietreggia cautelosamente, che inarca borse e zaini spostandosi fra pile di libri in difficilissimo equilibrio, che si rintana negli angoli.
La transazione avviene in contanti accompagnata dalla consueta arrendevolezza: "E damme cinque, dieci, quindici ... tanto ...". Come a dire: son qui per rimetterci, fate voi.
Ci si prepari a discorsi surreali. Una volta trovai la prima edizione di Cavalli selvaggi.
Chiesi per conferma: “Questa è la prima edizione?”
 “No”
“Come no?”
“Questa è la prima edizione”
“Eh …”
“La prima”
“E io che ho detto?”
“La prima edizione Einaudi.
“Non capisco …”
“Ce n'è un’altra. Di tre anni prima”
“Einaudi?”
“No”
“E di chi?”
“Boh”
“Ah … e com’è?”
“Boh”
“Cioè?”
“Non l’ho mai vista”
Altra surrealtà.
"Cercavo Zàfon ..."
"No, è finito"
"Mi sembrava di averlo visto ..."
"No ... no ..."
"Eppure ..."
"Boh ... va beh ... forse ..."
Fruga per qualche minuto, capitombola un paio di pile di Danielle Steel e Carofiglio, strapazza un Lustbader, manda al diavolo un King, poi estrae a fatica un'edizione sciupata de Il gioco dell'angelo.
"Eccolo, è 'sto tizio qua ..."
"Ah, ma questo ce l'ho ..."
"Come, ce l'hai? Ce l'hai? Ma allora che vòi da me?"
Qui non hanno patria edizioni di pregio, prelibatezze cartacee, memorabilia; e neanche la triste mercanzia delle librerie di routine: pupazzi, calendari, giochi da tavolo, magliette. Qui si viene per leggere. Vuoi leggere? Cassola, Moravia, Conan Doyle, Christie, Camus, Simenon, Freud, Le Goff, Pasolini, il dorico, il barocco siciliano, una guida per Napoli, una rivista anni Cinquanta, un libro di ricette, La fuga dai Piombi di Casanova, Diabolik ... qui ci sono. Edizioni umili, a volte gualcite, ma con due-tre euro euro si legge. E tanto basta. 
Quarantacinque anni di bottega. E il padre, che aveva un negozio simile nei pressi di Piazza S. Giovanni di Dio, assommò altrettanti e più anni di commercio. Un secolo pieno al servizio della socialità: raccolta, redistribuzione e invito alla lettura.
Un breve calcolo (al ribasso): cento libri al giorno per 340 giorni all'anno per un secolo: milioni e milioni e milioni ...
Se inventeranno un assessorato al libro il mio candidato eccolo qua. 

7 commenti:

  1. Ho anch'io una libreria....ed è MOOOOLTO simile a questa!Non è così unico..... :-)

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  2. Cavalli selvaggi eh? la so 'sta storia :-)
    Ciao Gianlù

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  3. grande Angioletto, peccato la fede calcistica. Un saluto da un collega cresciuto nella sua libreria. Il libraio interista

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  4. Angelo è il più grande. Quanti pomeriggi andati solo per fare due chiacchiere con lui e poi si ritorna con due buste piene.

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  5. Sono entrato nell'Anyro deelle Meraviglie quanod loo apri' il padre, comunista che piu' di lui nessuno. Cisono andato per 50 anni e spero di riandarci a ottobre-novembre, ora vivo a Dublino. Volete che scriva un libro sull'attacante che attaccannte, romanista sfegatato Dragone Angelo? Volete qualche migliaio di aneddoti? Per ora unosolo:prendo le solite buste stracolme evedi pochi fogli di carta. La prima traduzione italiana di un racconto di Sherlock Holmes, Ulrico Hoepli Editore. Quasi tremante chiedo "A', quanto me lo metti?". Il bell'Angelo giallorosso guarda e tocca e sorride e fa "a Pa' ma so du' fogliji. pietelo e basta, no?" Amici e maestro di vita. Come il padre, il compagno Gino.
    Paolo Zaccagnini
    Che formidabile iniziativa avete creato. La Cultura, ilibro contro la bruttura del mondo. Niente armi, libri. Brave. A Roma vivolio conoscere

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  6. anche a Trento ce n'è una!! Fantastica!

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