venerdì 21 marzo 2014

Laboratori Officina poesia 2014/Appunti sul IV incontro




Grotta Orecchio di Dioniso
Siracusa


Federica Bellantoni

Corporeità, voce e ritmo: la preistoria acustica della poesia,  era il tema del IV appuntamento dei laboratorio di Officina  Poesia Nell'incontro, condotto da Sonia Gentili, era ospite Brunella  Antomarini (poetessa e docente alla John Cabot University  of Rome), autrice del volume La preistoria acustica della poesia, (Aragno editore, 2012) che ha stimolato nuove riflessioni intorno alla "voce poetica". 



Ecco le parole chiave

La poesia è percepita fisicamente, concretamente, 
elemento acustico, vocale, materialistico.
Voce e Ritmo con moltissime conseguenze di varia natura.


"Premessa minimalista, leggere poesia secondo la loro bellezza acustica..." 
(non secondo il senso).
Poesia rituale, musica fino alla preistoria, voce individuale che poi diventa poesia.
Solitudine del poeta. 
Poi si arriva alla scrittura.
Prima la voce serviva a comunicare (es.Vangeli) 
oppure agli albori minacce per l' ambiente.
Nominare/fondare il mondo per la prima volta con le parole, con la voce in modo acustico.
Sonoro.
Una sorta di Documenti Viventi.
Non ci sono autorità, riferimenti, suoni non parole.
TECNOLOGIA 
non è ancora linguaggio naturale.
FORMULA 
in assenza di parola, in quanto sonora ripetizione formula ritornello, 
riformulazione di significati.

 Ci sono moltissime parole per spiegare le varie sfaccettature della stessa parola.
Le unità significanti in poesia non sono le parole, ma la melodia
(come una specie di araba fenice: 
è il corpo che si brucia, distruzione/rigenerazione: ricordate le sestine petrarchesche?).
Facoltà arcaica di misurarsi col mondo, la poesia è sempre diversa nella rilettura. COMPARIRE e ESPERIENZA 
Ritmicamente appare e scompare è una sorta d'epifania: per quanto scritta non è mai scritta [la poesia]
Ogni volta che la rileggiamo è sparita e riappare. 
Fin dalla teogonia, pensiamo ad Orfeo: si rivive sempre.
Si pensi a Cezanne
Ritmo, poesia significa farsi invadere.
Una forma di debolezza che ha dignità in poesia. 
Il regno intermedio tra passività e controllo.


Lettura consigliata

Filosofia della danza G.T. Fechner - S. Mallarmé - P. Valéry - W.F.Otto 
Edizioni Il melangolo


Il prossimo incontro sarà 

Lunedì 24 marzo alle ore 17.00

Ritmo e voce nella tradizione poetica italianaII

Secondo viaggio attraverso i classici: Foscolo, Leopardi, Manzoni

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