venerdì 21 febbraio 2014

"Amore, non amiamo, come vogliono i ricchi, la miseria ..."

Due povere alla Stazione Termini. Due vecchie donne accerchiate dai loro unici averi: buste di ogni genere, ciarpame vario, posate di plastica, cassette di frutta, coperte luride, una carrozzina. Sono anni che le vedo lì, in un ritaglio di marciapiede al centro della città più famosa del mondo, Roma, capitale della Repubblica Italiana, curve e mute fra migliaia di automobili, furgoni, motorette; decine di migliaia di passanti, milioni di turisti, trombette, ombrelli, schiamazzi, risate; centinaia di vigili, pompieri, poliziotti, carabinieri, assistenti sociali; eppure restano inosservate da tutti come in un incubo postmoderno di James Ballard.
Hanno acceso un focherello; si alza un fumo minuscolo: stanno arrostendo qualcosa.
Sullo sfondo, a sinistra, la statua in bronzo di Giovanni Paolo II, beato e santo, china la testa in una atteggiamento immedicabile di sconfitta.
E questo è il comunista Pablo Neruda, Povertà:

Ahi, non vuoi,
ti spaventa
la povertà,
non vuoi
andare con scarpe rotte al mercato
e tornare col vecchio vestito.
Amore, non amiamo,
come vogliono i ricchi,
la miseria. Noi
la estirperemo come dente maligno
che finora ha morso il cuore dell'uomo.
Ma non voglio
che tu la tema.
Se per mia colpa arriva alla tua casa,
se la povertà scaccia
le tue scarpe dorate,
che non scacci il tuo sorriso che é il pane della mia vita
Se non puoi pagare l'affitto
esci al lavoro con passo orgoglioso,
 e pensa, amore, che ti sto guardando
e uniti siamo la maggior ricchezza
che mai s'è riunita sulla terra (1)

E questo è il cattolico integralista Léon Bloy, da Il sangue del povero:

“Il generale Constant de la Ritournelle-des-Creveurs-de-Caisse, filantropo giurato, offre un pranzo di gala per il suo trecentesimo anniversario. Ci sarà la migliore società. Il Presidente della Repubblica vi porterà il suo ventre e le sue appendici del Culto e della Giustizia. Anche la Marina vi sarà rappresentata col Commercio e con l'Industria, e l’Assistenza Pubblica, in veste scollata di coccodrillo, vi condurrà l’Esercito nel suo carro funebre. Sembrerà di stare a Babilonia.
Al di sotto della tavola scintillante, infinitamente al di sotto, nelle tenebre, c’è un vecchio minatore, un vecchissimo poveraccio nero che non ha conosciuto altro che il carbone. Due o tre volte è stato affumicato dal grisù. Gli è accaduto di restare attaccato per venti giorni a un tozzo di pane, tra un torrente e un incendio, senza una molecola d’aria. Fu un miracolo se vi lasciò soltanto la metà della sua pelle. Questo è il più divertente episodio della sua giovinezza. Un aneddoto per i salotti. È lui che mantiene il piacevole tepore del palazzo … Quando creperà per un incendio, per una frana o per asfissia, senza ceri o sacramenti, lo riporteranno alla luce per interrarlo immediatamente in una fossa più buia e venti altri prenderanno il suo posto … Ci sono pure dei giovani e vigorosi pescatori … Costoro, nel preciso momento in cui i ventri si mettono a tavola, vogheranno al largo, con qualunque tempo. Veglieranno e geleranno perché abbiate il pesce fresco, o beati di questo mondo; e, quando andranno ad aspettarvi nell’altro mondo, trascinativi da un naufragio, il pesce, ingrassato dai loro corpi, sarà più delizioso. E così li mangerete due volte”.

(1) Ay no quieres,
te asusta
la pobreza,
no quieres
ir con zapatos rotos al mercado
y volver con el viejo vestido.
Amor, no amamos,
como quieren los ricos,
la miseria. Nosotros
la extirparemos como diente maligno
que hasta ahora ha mordido el corazón del hombre.
Pero no quiero
que la temas.
Si llega por mi culpa a tu morada,
si la pobreza expulsa
tus zapatos dorados,
que no expulse tu risa que es el pan de mi vida.
Si no puedes pagar el alquiler
sal al trabajo con paso orgulloso,
y piensa, amor, que yo te estoy mirando
y somos juntos la mayor riqueza
que jamás se reunió sobre la tierra.

1 commento:

  1. bello, Vlad, questo post! questa tua maestria nel prendere spunto da fatti reali per allungarli e collegarli a fatti culturali, questo cogliere momenti, immagini estemporanee e dare a essi la dovuta attenzione e un giusto riflesso universale.

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