sabato 26 ottobre 2013

Un frammento di Samuel Taylor Coleridge, Chi devo scegliere per mio giudice?

Samuel Taylor Coleridge (21 ottobre 1772-25 luglio 1834) non fu un poeta prolifico. Di lui rimane la collaborazione con William Wordsworth nelle Lyrical ballads, oltre ai capolavori La Ballata del vecchio marinaio, Christabel e l’incompiuto Kubla Khan. Residuano, inoltre, numerosi esperimenti metrici e frammenti che egli elaborava a partire da modelli romantici, soprattutto tedeschi (Coleridge studiò tedesco a Gottinga e tradusse il Wallenstein di Friedrich Schiller e il Faust di Goethe).
Il seguente frammento, di sole sette righe, è il rifacimento di tre distici di Schiller. Coleridge usa i distici schilleriani per scagliarsi contro i critici e ribadire la propria personale visione poetica.
Nelle prime due righe esige un lettore sorgivo (earnest, unbefangensten in Schiller, ossia puro, impregiudicato), onesto, che dimentichi tutto (autore e lettore) per risolversi nel libro, nella parola.
Nei seguenti due versi accusa, invece, i critici troppo freddi per amare, per essere sensibili, per capire il travaglio della creazione (Schiller dirà: “La colpa è facile, creare è difficile”; "Tadeln ist leicht, erschaffen so schwer"); negli ultimi tre definisce la ricompensa somma del poeta: quella, cioè, che vede la parola trovare ricetto nei cuori più benevoli e puri – cuori da cui essa potrà riverberarsi mille volte, intera o a spezzoni, nelle più varie sfumature, in modo da guadagnarsi l’eternità.

Whom should I choose for my Judge? the earnest, impersonal reader,
Who, in the work, forgets me and the world and himself!
Ye who have eyes to detect, and Gall to Chastise the imperfect,
Have you the heart, too, that loves, feels and rewards the Compleat?
What is the meed of thy Song? 'Tis the ceaseless, the thousandfold Echo
Which from the welcoming Hearts of the Pure repeats and prolongs it,
Each with a different Tone, compleat or in musical fragments.

Chi devo scegliere per mio giudice? Il lettore impersonale, non compromesso,
Colui che, nel leggere, dimentica me, e il mondo e se stesso!
Voi che avete occhi per indagare, e la Malizia per punire l'imperfezione,
Avete anche un cuore sensibile, che ama e premia la Completezza?
Qual è la mercede della tua Canzone? È l’Eco, incessante,
Mille volte ripetuta, che dai cuori benevoli si ripete e prolunga,
Ciascuna con un tono diverso, integra o in frammenti musicali.

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