martedì 25 giugno 2013

L'Ungheria silenziosa di Sandor Marai

Ti racconto un libro:
Sandor Marai, Sindbad torna a casa
a cura di Marinella D'Alessandro
Adelphi, pp. 194, euro 18 


Enza Bertone Barbato

Come il marinaio Sindbad lo scrittore Krudy (e Marai, attraverso il suo libro) parla di una Ungheria solitaria, di un amore sviscerato per la sua patria. Pensieri e ricordi si alternano, e le riflessioni sono così coinvolgenti da dare alla quotidianità una luce nuova, sembrano restituirci  vista e udito per cogliere l'essenza delle cose. In questo riandare nella memoria riemergono la felicità, la delicatezza, la leggerezza di quell'Ungheria silenziosa, dove amicizia  e amore vivevano una vita autentica. "Qui c'era qualcosa, incantesimo e contagio, malattia nervosa e fervore, dignità e nobiltà". 

La memoria, lo sappiamo,  ci fornisce un filo sottile fatto di sensibilità: la trama della nostra vita. In Sindbad torna a casa il piacere della lettura si trasforma in un abbandono malinconico. Ogni ricordo contiene attese, che chiedono di essere riempite da altri contenuti: "Ora Sindbad era immerso nei ricordi, vedeva il presente offuscato, come velato e con maggiore chiarezza vedeva il passato che si celava dietro quel velo".
La strada mentale che l'autore percorre nella memoria diventa una indagine sul corso di una intera esistenza tra rimpianti, sofferenze, solitudini, e la lucidità spaventosa con cui Marai rievoca il passato è una educazione ai sentimenti più profondi. L'ho trovato bellissimo!

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