mercoledì 22 maggio 2013

mvl teatro: tre donne per un corpo

Maria Cristina Reggio
Ieri sera al Vascello il corpo magnifico di una donna ne interpretava tre: Manuela Kustermann condensava in movimenti da acrobata tre personaggi femminili. Nella locandina dello spettacolo, per la verità, si accennava a due soli personaggi, Saffo e unʼ anonima narratrice, eppure come non pensare alla presenza in scena della bella e possente Marguerite Cleenewerck de Crayencour, in arte Marguerite Yourcenar, belga di nascita ma francese dʼadozione, autrice del testo da cui è stata tratta la pièce teatrale? Possente non solo nelle dimensioni ma nellʼenergia vitale, nella tensione passionale, la stessa dellʼattrice.
Ciò che più colpisce di unʼacrobata è il suo corpo, la sua capacità di mantenersi in equilibrio misurando e dosando la propria forza fisica secondo un complesso sistema di leve che spingono su un punto che lʼartista conosce bene, per essersi esercitata in un duro esercizio quotidiano. In uno spazio scenico pressoché vuoto, costituito da un immenso cuneo formato dal pavimento del palco stesso e da due pareti, di cui una diventava talvolta semitrasparente per mostrarci solo delle silhouettes, la Kustermann era proprio questa acrobata che, con il suo corpo atletico, sa cambiare ruolo restando sempre se stessa.
Lʼattrice si muoveva in uno spazio interessante, accanto alle sagome specchianti di due figure femminili che ricordavano le opere-specchio di Pistoletto, pensate da Stefania Battaglia, mentre la regia, piuttosto statica, era di Massimo Verdastro.

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