lunedì 20 maggio 2013

Il "libro della vita"?

Marta Ancona

Esisterà per ciascuno un “libro della vita”, un libro che la vita l’ha cambiata, e ha svelato un mondo?
Non ho idea del perché in questi giorni mi sia fatta una domanda così sciocca, in fondo, se perché sollecitata da qualche cosa letta, se incuriosita da quesiti (test) che preferibilmente vengono alla luce in estate sulle cosiddette riviste “femminili”, ma non solo, o da chissà che cosa…
Fatto sta che me lo sono chiesto e non sono riuscita a rispondermi.
Da bambina, in età prescolare, avevo una sorta di venerazione per Andersen (proprio lui purtroppo, storie tremende!): avevo eletta la Sirenetta la mia fiaba preferita. Ma non mi aveva cambiato la vita, mi aveva solo svelato qualcosa di me, anche se non lo sapevo.
Allora la Bibbia, o i Vangeli. No. Guerra e pace, ecco, forse. No, nemmeno Guerra e pace. E allora la Divina Commedia. No, nemmeno la Divina Commedia o i Promessi sposi. No, non c’è una risposta. Neanche l’Odissea, per quanto l’abbia amata tanto da averne scritto una versione per mio nipote, che chissà magari a causa mia non leggerà mai l’originale.
Di certo un libro che cambia la vita c’è, il libro di colui che legge solo quello nella vita. Ce ne sono. So di un bravissimo scalpellino abruzzese, molto fiero dell’importanza del suo lavoro, di quelli che pensano di erigere cattedrali e non di spezzare pietre, che aveva letto esclusivamente la Divina Commedia, ma la sapeva tutta a memoria. Lui non conosceva solo la Divina Commedia, aveva un’enciclopedia in testa, e certamente in qualche modo era coltissimo. Tutto il mondo in un libro, e che libro però!
Ma io non ho letto solo un libro, mi dicevo, e non ne so nessuno a memoria purtroppo, e sarebbe bello, invece. Così, per quanto pensassi non riuscivo a trovare tra i tanti, classici o meno classici, un titolo che avesse avuto quell’azione dirompente.
Stavo per rinunciare, ripetendomi che non era possibile darsi una risposta sensata, quando mi sono imbattuta in un libercolo tutto a pezzi, tenuto insieme per scommessa in una foderina di plastica perché non si squinternasse del tutto, portato attraverso tutti i traslochi della mia vita e conservato a dispetto di qualsiasi ragionevolezza, privilegiato rispetto a quelli (numerosissimi) regalati, dati via, venduti, prestati e definitivamente dispersi.
Si tratta, niente di meno e niente di più, di un mediocre, assai mediocre dizionarietto della mitologia greco-romana per le scuole medie, un libretto pervenuto nelle mie mani di studentessa della prima media. 
Perché ho innalzato (inconsapevolmente sinora) questo libretto, di scrittura tutt’altro che elegante, al ruolo di “libro della vita”? Forse perché rappresenta un inesauribile thesaurus di “storie”, e perché quelle storie evidentemente mi (ci) abitano, come dice James Hillman, in tutta la loro complessità e ricchezza, perché contengono tutte le passioni e vizi e debolezze, perché sono immanenti, perché sono inesauribilmente affascinanti?
Così ricordo me stessa a undici anni, affascinata e sedotta, leggere una dopo le altre le voci del dizionario, in ordine alfabetico, e i relativi rinvii ad altre voci…
Oggi sono propensa a ritenere che un altro “libro della vita” potrei trovarlo tra quelli che non ho ancora letto…

Cinquemila anni di storie tra mito e fiaba è il titolo dei sei incontri che Monteverdelegge organizza nell'ambito della rassegna La tribù dei lettori, in programma a Roma, a Villa Borghese, tra il 31 maggio e il 2 giugno.

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