lunedì 1 marzo 2010

Pro Iza?

L’incontro di sabato 27 su La ballata di Iza è stato interessante e divertente a un tempo per l’emergere, tra coloro (non moltissimi) che si sono espressi, di due partiti: il partito pro Iza, e quello anti Iza. La passione che ho sentito nelle parole di chi è intervenuto mi ha fatto pensare che deve esserci stato un meccanismo molto forte di identificazione (o di proiezione) con il personaggio protagonista: altri personaggi sono rilevanti, ma tutto sommato direi che si tratta di comprimari. Iza tra tutti giganteggia. Il formarsi di questi due partiti, la passione, l’identificazione, ecc. sembrano il risultato della abilità della scrittrice nel costruire il suo personaggio, nel connotarlo con una infinità di gesti significanti, e nel raffrontarlo con gli altri. Ecco, a me è improvvisamente sembrato singolare che si prendesse parte per lei o contro di lei, come se dovessimo emettere una sentenza, condannarla o salvarla, e come se non ci si rendesse conto che invece si trattava di prendere in esame il punto di vista della scrittrice rispetto al suo personaggio, le virtù e i vizi che le ha assegnato, attribuito. Mi è quasi sembrato di far parte del pubblico che, alla prima proiezione del primo film della storia, alla vista del treno inquadrato in moto verso la macchina da presa, è scappato urlando. Non dico questo tirandomene fuori, anzi, ho fatto parte anch’io di uno dei due partiti, sia pure tiepidamente. Ma nell’ascoltare gli altri ho realizzato di essere caduta nella trappola, che eravamo quasi tutti (almeno chi ha parlato) caduti nella trappola. Al momento della riunione del gruppo avevo terminato di leggere il libro da circa dieci giorni, avevo avuto un po’ di tempo per digerirlo, per lasciare sedimentare le impressioni che arrivavano dalla lettura quotidiana. Se all’inizio trovavo che Magda volesse darci la prova provata della legge sulla impenetrabilità dei corpi, così forte era stata la sensazione dell’incapacità di madre e figlia di entrare in sintonia, di ascoltarsi, a libro terminato Iza mi è apparsa troppo algida, troppo razionale, troppo sorda, troppo rigida, troppo presuntuosa nelle sue decisioni, convinta di scegliere sempre il meglio, o addirittura l’unica via percorribile, troppo perfetta, troppo ordinata, troppo. Ci sono pochi chiaroscuri nel suo ritratto. Possibile? Di lei Magda fa dire a Lidia: “Povera infelice, crede che il passato dei vecchi sia ostile, non si è accorta che è invece la misura per spiegare e capire il presente”; e sempre alla stessa Lidia, in riferimento alla “vecchia” che non nomina la figlia nemmeno in punto di morte: “ Chissà che cosa le ha fatto. Eppure qualcosa le ha fatto laggiù a Budapest se sua madre s’è dimenticato il suo nome lungo lo stretto cammino che porta alla morte”. E ad Antal: “Quando ti ho visto la prima volta sembravi un piccolo soldato pronto a combattere, eri là in piedi vicino a tuo padre, il mendicante più prodigo della terra, pensai che tu fossi come lui….ma non ho mai conosciuto un essere più avaro di te, anche se sembri generosa, e non ho mai conosciuto nessuno più vile di te, anche se….” Per non dire della fuga dello scrittore Domokos, promesso sposo..... Ho pensato che Magda sia stata impietosa con Iza anche nel finale quando, allo strazio del suo urlo nella notte, dice – non ho sottomano il testo – “i morti non risposero”. E nel sottotesto temo di leggere: Ecco il tuo castigo, adesso soffri pure, te lo sei meritato, è stata punita la tua hybris! Perfino il titolo originale, tanto evocativo e misterioso, Pilatus, non faceva che ricordarmi la scelta di Magda di sottolineare un rifiuto d’assunzione di responsabilità .“Sono innocente” dice Iza sulle circostanze della morte della madre, del suo suicidio, “ho fatto tutto quel che dovevo, che potevo” (perdono, ma non ho il testo sotto mano), come Pilato appunto, mentre al contrario i due testimoni dell’accaduto, per nulla legati alla “vecchia”, sembrano sentirsi colpevoli, rammaricarsi, piangere. Ma perché - mi chiedevo - Magda è così severa con questa sua creatura? Severa e insofferente di fronte alle cadute, alle fragilità degli altri, così come lo è Iza? Per rispondermi ho ricordato l’intervento di Stella, forse Magda tratta male Iza perché tratta male sé stessa: è di sé che ci sta parlando, della sua ombra? Anche la mia è un’interpretazione, ho assunto che questo potrebbe forse essere il punto di vista della scrittrice che ho confidenzialmente chiamato Magda, perché la sua narrazione è entrata con prepotenza in casa mia chiedendo la mia amicizia, e mi sono lasciata sedurre. Ma non so se sia la verità. Solo la mia verità, le mie proiezioni, le mie identificazioni. Anche le frasi, che ho estrapolato perché hanno colpito la mia immaginazione, potrebbero essere affiancate da altrettante di tutt’altro segno, chissà. Mi piacerebbe ascoltare o leggere altre “verità”.

P.S. alcune citazioni sono puntuali, le avevo trascritte prima di restituire il libro alla biblioteca

4 commenti:

  1. cara Marta , mi viene da pensare che l'atmosfera simile a quella di un processo, con difensori e accusatori, riporta effettivamente al titolo. Forse bisogna schierarsi per forza, perchè altrimenti verrà comunque condannata. E se i Pilati fossimo proprio noi lettori?

    RispondiElimina
  2. la platea di sabato tutto sembrava, tranne che pilatesca. La tua ipotesi non mi convince, non so nemmeno bene perché, non mi suona. Poi davvero non credo che la Magda abbia titolato pensando ai suoi lettori, piuttosto al suo personaggio principale (che è la mia ipotesi) o a una situazione, o.... Va bene che gli artisti sanno fino a un certo punto quello che fanno....però forse così si esagera. E inoltre non capisco rispetto a che cosa i lettori (nella fattispecie i lettori di Szabo) si laverebbero le mani, dal che discende la domanda successiva: qual'è il "compito" del lettore, oltre leggere?

    RispondiElimina
  3. ciao, non vorrei buttarla nel banale,
    ma credo che i lettori debbano fare esattamente
    quello che abbiamo fatto tutte (di maschi ne ho visti pochi):
    farsi trascinare dalla/nella storia.
    credo sia questo il più bel premio per un autrice/autore.
    e poi provare emozioni, anche brusche e contrastanti
    come quelle che ho ascoltato
    e quella del rifiuto, che ho avuto io.
    la figura di Iza e di sua madre
    (per me un'agressiva passiva)
    hanno suscitato in me sentimenti
    con i quali ho avuto troppo a lungo a che fare
    sentimenti che ho imparato a conoscere
    e ho lavorato per liberarmene:
    non avevo voglia di ripercorrere
    strade viste non troppo tempo fa,
    per questo ho piantato lì il libro,
    non ricordo neppure a quale pagina.
    io non sono né pro né contro
    ma - pur avendo deciso di non finire, per ora, la lettura -
    sono grata a Magda per la sua maestria:
    è riuscita a toccarci, a farci discutere, farci riflettere.
    Ad appassionarci, anche nel rifiuto.
    Non è poco. E non è scontato.

    RispondiElimina
  4. Raethia, la tua è una reazione fantastica, tanto per dire che proprio non siamo indifferenti rispetto a questo libro, che ci ha scritto qualcosa nella carne viva e a te ha impedito (per ora) di percorrerlo fino alla fine. Non è poco, non è scontato, come dici tu. E poi può anche succedere che il libro ti/ci ponga delle domande, e che si provi il desiderio di trovare risposte. Tutto qui

    RispondiElimina